Se va in confusione anche Fonseca, non siamo neanche alla frutta. Ci hanno già presentato il conto. Facile dire che la Roma non sia una squadra. Bisogna ammettere che la Roma a livello dirigenziale nel comparto tecnico non è una società all’altezza. I campanelli di allarme si erano trasformati in campane gigantesche che suonavano a morto da almeno un mese. Dopo che il lockdown aveva interrotto un inizio anno solare imbarazzante. Non si accampino alibi patetici.

Non regge che il management desse per scontato che la proprietà sarebbe cambiata. I grandi dirigenti vengono pagati per studiare i piani B prima ancora che per sviluppare i piani A. La Roma non ha mai un piano B. In nessun settore del club. Quasi dieci anni di gestione per certificare che si è sempre disperatamente aggrappati ai risultati per avere introiti salvavita. Mesi infiniti per uscire dalle crisi tecniche e di risultati. Roma-Udinese è figlia degli errori imperdonabili di un club da sempre arroccato per difendere uno stile che prevede incapacità di effettuare autocritica, ricercando sempre nei fattori esterni le cause dei risultati. Che sistematicamente mancano. Come i trofei. Come la continuità tecnica. Come il supporto agli allenatori. Mancano come la capacità di tenere sulla corda la squadra. Cambiano i calciatori ma non le malsane abitudini, quindi le colpe sono presidenziali e dirigenziali.

Dopo tot mesi la squadra si spegne senza preavviso. Inizia a inanellare risultati e prestazioni scadenti. E tra Boston, Londra e le varie sedi del club dislocate a Roma Sud, nessuno è mai in grado di cambiare il corso degli eventi. Inaccettabile. Dodici punti in meno della quarta in classifica, prestazioni sconcertanti, assenza di reazione ai momenti difficili. Il solito film. La stessa colonna sonora, una cantilena di dichiarazioni di intenti intonata da dirigenti in giacca e cravatta che fanno cadere le braccia, per una eleganza di facciata che copre diatribe interne che rendono gli uffici dirigenziali una stazione ferroviaria. Gente che va, gente che viene. E pure Fonseca perde la bussola. Bruno Peres, Fazio, Perotti, Under, Kalinic. Tutti insieme. Come nei peggiori incubi. Mano nella mano con compagni di squadra che da mesi non danno segnali di vita. Un disastro. Roma-Udinese è facile da commentare. Anzi, banale. Una volta per tutte è arrivato il momento di puntare i fari sulla società. Anche se i buoi sono già scappati. Nella vita ci si deve assumere le responsabilità di ciò che si fa.