Federico Chiesa ha giocato con Marcus Thuram in tante occasioni nella taverna di casa, ma l’ultima volta che lo ha incontrato su un campo di calcio era ancora in braccio a papà Enrico, quando i due figli d’arte stavano ancora imparando a camminare, o quasi. «Abbiamo una foto in casa con mio padre, Lilian e Marcus — ha raccontato l’azzurro — con la Coppa Italia e con la Coppa Uefa vinte a Parma. Ero davvero piccolo per ricordarmi di lui, però abbiamo quella foto in casa».

Il duello europeo

 

C’è anche chez Thuram, quell’istantanea, perché i due papà sono rimasti molto amici e sono legati ai ricordi comuni. Manca giusto lo scudetto, ma quello non rientrerà in un’altra foto di gruppo, perché lo prenderà solo uno dei due ragazzi, Milan e Napoli permettendo. E anche in estate, all’Europeo, il duello si riproporrà: il francese è vice campione del mondo, ma Fede è campione d’Europa in carica e grazie alla qualificazione last minute sarà una delle stelle dell’Italia.

I gol in campionato

Domenica sera allo Stadium, la sfida a distanza tra Chiesa e Thuram intanto può indirizzare lo scontro diretto e l’andamento del campionato: lo juventino ha fatto scintille in Nazionale, ma non segna in campionato dal 23 settembre nella debacle con il Sassuolo (4 gol per lui); il francese è l’uomo nuovo di questa Inter, arrivato per fare il vice Lukaku ha dimostrato di avere spalle molto larghe e tecnica eccellente per non far rimpiangere il belga, anzi: nessuno in campionato ha segnato più gol decisivi per la vittoria finale, 4 su 4 (Chiesa è fermo a 2 su 4), a cui vanno aggiunti 5 assist. Un impatto sorprendente, a dir poco.

Fede e Marcus detto Tikus sono al primo duello tra i professionisti. In comune hanno, oltre a un’infanzia agiata, anche l’educazione severa impartita dai genitori, studi compresi: Enrico e Lilian parlano molto raramente dei loro primogeniti, ma li osservano da vicinissimo. Anche perché ci sono pure Kephren (stellina del Nizza in Ligue1) e Lorenzo (alla Primavera della Samp) da seguire nella loro crescita.

 

L’infanzia a Parma

I due padri, arrivati in Emilia nel 1997, uno dalla Samp e l’altro dal Monaco, hanno giocato assieme 119 volte: grandissimo attaccante Enrico, monumentale difensore Lilian: le partite da avversari fra loro sono state appena 8. E le 6 gare in campionato le ha vinte tutte il francese, passato dal Parma alla Juventus. Adesso le parti sono invertite, perché a Torino comanda Chiesa, che sogna di divertirsi come in Nazionale con Spalletti o almeno di tornare al gol nella serata più attesa dopo il lungo digiuno bianconero. Mentre il figlio dell’ex juventino va a Torino, città dove ha vissuto da bambino, per dettare la legge dell’Inter, che è finora sempre tornata a casa coi tre punti da ogni trasferta in campionato.

I percorsi calcistici

Quando erano piccolini, il più esuberante era Marcus, Fede era più timido, ma i due figli d’arte non erano esattamente dei predestinati: Federico faticava nelle giovanili della Fiorentina e a un certo punto voleva anche smettere; poi l’esplosione, il passaggio alla Juve per oltre 40 milioni, l’Europeo vinto e il terribile infortunio al ginocchio, dal quale si è ormai ripreso, ma non senza sofferenza. Tikus a 26 anni è alla sua prima vera esperienza in una grande squadra dopo la gavetta in Francia e dopo essere arrivato a fine contratto dal Borussia Monchengladbach. In entrambi i casi il ruolo dei papà è stato fondamentale per assorbire i momenti duri e relativizzare i successi. Federico con la doppietta alla Macedonia ha già raggiunto a quota 7 reti in azzurro papà Enrico: «Ma non gli dico niente perché risponderebbe che li ha fatti in meno partite...». Un gioco sottile, fatto di carezze e provocazioni scherzose, di pacche sulle spalle e di sguardi che dicono tutto. Un gioco che Fede e Marcus giocano da sempre. Ma adesso c’è in ballo lo scudetto.