Ha compiuto 17 anni da una settimana e il regalo più bello Simone Pafundi — gioiellino dell’Udinese — l’ha ricevuto direttamente da ManciniOltra alla convocazione in Nazionale (la seconda consecutiva dopo quella di novembre), il c.t lo ha coccolato in conferenza con parole speciali: «Prima c’è lui, poi tutto il resto. Questa è la mia idea quando scrivo la lista. Ha qualità incredibili, la speranza è che possa giocare in serie A e poi restare in azzurro per i prossimi 20 anni. Crediamo molto in lui». Non male per chi in campionato ha debuttato lo scorso maggio (il primo 2006 a riuscirci) senza però avere avuto poi spazio fra i grandi (tre spezzoni, 31’ totali). Sì, ha un mancino che canta, vederlo in allenamento è spettacolare, assicurano. Trequartista rapido e bravo nel dribbling, tanto da scomodare paragoni importanti. Chi ci vede Baggio, chi si diverte a soprannominarlo il «Maradona friulano» viste le origini (i genitori sono di Napoli): «Diventerà un campione», il verdetto unanime. Ma allora perché con l’Udinese non gioca?

Perché a Udine non sta giocando

 

Nessun allarme, nessun dubbio sul ragazzo. I friulani avevano cominciato benissimo in campionato (quarto posto dopo 10 giornate), poi però un lungo periodo complicato, con solo una vittoria in 17 partite. In queste condizioni, con una salvezza ancora da raggiungere, c’era il timore di bruciarlo. Le qualità tecniche sono altissime ed evidenti, ma la pressione — specie in Italia — è tanta, troppa. Lo hanno preservato insomma, dopo aver dimostrato di puntare seriamente su di lui facendogli firmare un contratto fino al 2024. E se c’è un club che nella sua storia ha dimostrato una certa abilità con i giovani beh, quello è proprio l’Udinese, che con Pafundi si sta comportando come ha fatto in passato con altri gioiellini. Da Sanchez a Cuadrado, da Muriel a Zapata, Candreva e Zielinski. Ora che la squadra di Sottil ha vinto le ultime due partite (Empoli e Milan) e che la famigerata quota salvezza di 40 punti è ad un passo, dal Friuli sono sicuri: è arrivato il momento di Pafundi. In campo lo si vedrà molto più spesso.

Su di lui i top club d’Europa

Potrebbero essere mesi intensi dunque per la famiglia Pafundi. Se da un lato Simone si candida a un ruolo da protagonista in campo, da casa papà Salvatore aspetta con trepidazione la volata finale del suo Napoli, che tante volte ha tifato in piedi in Curva B. Chissà se un giorno vedrà il figlio con la maglia azzurra, fatto sta che nella passata stagione — quando il classe 2006 ha portato l’Udinese alla vittoria del campionato di Primavera 2 — l’ufficio stampa del club friulano impazziva ogni fine settimana nel’organizzazione degli accrediti, visto che tutte le più prestigiose società europee spedivano i propri osservatori per studiarlo da vicino.

Il suo allenatore Jani Sturm già al primissimo allenamento aveva sciolto ogni dubbio: quel Simone Pafundi era il ragazzo più forte che avesse mai visto. Saltava l’uomo, non faceva capire all’avversario dove sarebbe andato, alzava la voce anche con i compagni più grandi. Se la cava bene anche a scuola, frequenta il secondo anno dell’Istituto Volta di Viale Ungheria, rimediando con un impegno esemplare alle tante assenze forzate. Per questa settimana i compiti non li potrà fare. Pazienza, a firmargli la giustificazione ci penserà direttamente il c.t. Mancini.