Se proprio si deve trovare un vantaggio portato dalla ripresa del campionato terminato ieri, per la Roma questo motivo sta nell'avvicinamento nel modo giusto alla fondamentale tappa di Europa League.

Una Roma tonica, che ha chiuso in crescendo, per quanto fosse inavvicinabile il quarto posto. Una Roma che ha coinvolto quasi tutti gli elementi della rosa. Bravo Fonseca, che alla lunga ha dovuto giocoforza “scaricare” quegli elementi che non hanno mostrato reattività quando sono stati chiamati in causa. Dispiace per Under, dispiace per Kluivert, ma ce ne faremo una ragione; non dispiace per Pastore, il vero bug dell’ultimo biennio. È il momento delle scelte, giovedì si torna in campo, c’è il Siviglia, c’è la roulette russa. L’allenatore della Roma ora sa su chi contare. A cominciare dai punti fermi. In difesa i punti fermi sono Mancini e Ibanez. Non lo è Smalling, che in realtà sarebbe un pilastro. Ma la corsa contro il tempo per tenerlo a Roma almeno ad agosto sta per terminare. Punto fermo è Kolarov, che accentrato mantiene le peculiarità di regista arretrato, di potenziale cecchino sui calci piazzati, e si risparmia l'esposizione eccessiva alla fase difensiva, che per lui notoriamente non rappresenta un punto di forza. Sulle fasce, quelli che non ti aspettavi, Bruno Peres e Spinazzola.

In mezzo mancherà Veretout, assenza dolorosissima. C’è Diawara, c’è Cristante in crescita, e sta arrivando da dietro, facendo i fari, Villar, che a Torino ha fatto stropicciare gli occhi. Salendo di reparto, largo a Zaniolo, Mkhitaryan e Dzeko. Le certezze della Roma. Più Carles Perez e, alla bisogna, Perotti, al quale Fonseca dà sempre fiducia, quando sta in piedi. Pau Lopez giocherà soprattutto perché non ha concorrenza, nonostante sia reduce da un mese da dimenticare, mancando Mirante non esiste ballottaggio. Insomma, la Roma che arriva all’appuntamento tedesco è rodata, ha mandato a memoria il nuovo schema, propone elementi in ascesa, è più equilibrata, è pronta per sfidare il Siviglia, strafavorito persino dai bookmakers, che non perde una partita da febbraio, ma che non è il Real Madrid delle tre vittorie in Champions League consecutive, e nemmeno il Barcellona di Guardiola. Difficile giocarci contro, il Siviglia sa bene come si vince l’Europa League. Ma la Roma non sarà vittima predestinata.