Come sta mister?
“Potevo stare meglio, ma anche peggio”
Partiamo dall’inizio: Roma poco propositiva?
“Sono d’accordo. Tornavamo indietro e a me questo non piace. Avevo chiesto di andare in profondità, di mettere la palla più in avanti. E invece tornavamo sempre dietro. Le ali le avevo messe apposta per controbattere e mettere in difficoltà i loro terzini. Però va bene così. Alla fine è stato un derby nervoso com’è solito essere. La Lazio ha fatto qualcosina di più, noi meno. Ma mi prendo questo pareggio”
Bene e in crescita, invece, Soulé. Concorda?
“Lui se parte dall’esterno per il momento può prendere in mano la Roma. Solo che non riuscivamo a servirlo come facevamo tempo fa, cioè cambio gioco e uno contro uno. Invece no, arrivavamo sempre in ritardo e davano sempre alla Lazio l’opportunità di raddoppiarlo. Nel secondo tempo è stato molto più ficcante. È un ragazzo con dei colpi importanti, il futuro è suo perché ha tutto per esplodere”
Sull’utilizzo del doppio centravanti e la presenza di Dybala in panchina nonostante l’infortunio:
“Dybala è un leader, lo era in campo e nello spogliatoio. Adesso purtroppo per noi è solo leader nello spogliatoio. Viene tutti i giorni, sta sempre con tutti i ragazzi. E questo è importante. Per quanto riguarda l’altra domanda, io so che con due punte siamo più verticali e ficcanti ma se devo cambiare qualcosa io non ho calciatori che mi possono giocare là davanti. È l’unico freno che ho prima delle partite. Dico che lo faccio giocare perché così attacchiamo ma quando arriva il sabato penso: “E se poi succede qualcosa? E se dobbiamo recuperare la partita?”. Vedo che Shomurodov quando entra è molto determinante e la squadra è più sicura a giocare in verticale. Anche Dovbyk si sente forse anche meno isolato. Sta a me trovare la soluzione più idonea”
Come si sente di descrivere il suo ultimo derby?
“Quando stai lì durante la partita non pensi all’imbattibilità, ma al fatto che stai perdendo e devi risolvere la questione. Io sono di poche parole, quello che vivo me lo tengo per me. Sicuramente è una cosa bellissima, da tifoso romanista. Mi sarebbe piaciuto chiudere con un’altra vittoria ma non è stato possibile. Mi dispiace, il calcio è anche questo: ti regala cose più e meno belle e bisogna saperlo accettare. Questo è lo sport”
Che cosa le mancherà di più di questa partita?
“Tutto l’Olimpico, quando entri e vedi tutto lo stadio pieno. È una cosa che ti coinvolge, ti riempie di pathos. Noi allenatori dobbiamo cercare di sbagliare il meno possibile e aiutare i nostri giocatori nei momenti di difficoltà”
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