Fare la cronistoria delle stagioni post conference di Lorenzo Pellegrini assomiglierebbe di più a una sorta di accanimento terapeutico, ancor di più visto che l’ennesima pessima stagione si è conclusa con un grave infortunio ma dato anche, se non sopratutto, che Roma non ha mai abbondato i propri capitani, cronaca di quanto avvenuto anche all’ultima partita all’Olimpico contro il Milan, concedeteci comunque qualche riflessione. Nessuno vuole mettere impegno o altre situazioni in discussione ma siamo oramai condannati a un ragionamento profondo su un calciatore che vive ormai di soli acuti, tra le altre cose sempre più diluiti nel tempo, un gol nel derby (importante, molto), qualche prestazione qua e là, molte cadute (in senso reale) e una surreale conferenza stampa prima di un impegno europeo in cui parlò di più dell’allenatore esonerato che non del nuovo, seduto accanto a lui. Tre fotografie di una stagione semplicemente disastrosa, agghiacciante dal punto di vista tecnico. Una stagione che non si è mai ripresa per Lorenzo Pellegrini, molto più spesso inerme a guardare i compagni a caccia di un’impresa che avrebbe avuto del leggendario (grazie mister). Quasi tutta La Rosa è stata protagonista di una seconda parte di stagione sontuosa, quasi però. Gli allenatori sono un tema bollente nella nostra città e purtroppo Lorenzo Pellegrini è il nome sulla bocca di tutti dall’esonero di Mourinho in poi. Troppo cattivo il portoghese, troppo amico DDR, troppo morbido e inadeguato Juric, non abbastanza attrezzato nel miracolo stile Lazaro, Ranieri. Così non va. Ma la sensazione è che Pellegrini sia spento e perso un pò in autogestione, disperso in mare di quasi nulla, un mare che racconta di un capitano sotto al quarantacinque percento dei minuti disponibili in stagione, quasi sempre al confine con la depressione calcistica e una sostituzione purtroppo per lui tutt’altro che ingenerosa, arrivata spesso e volentieri. Ma invece questa piazza è morbida e generosa e quindi, come scritto, è comunque arrivato il plauso dell’olimpico nell’ultima in casa. Che sia questa piazza dipinta in modo così acido e crudele da parte di che non la conosce (le radio, l’ambiente, bla bla bla…) a creare in modo involontario quella diffusa sensazione che a Roma se vinci una volta hai vinto per sempre? Questo non lo sappiamo ma certo è che Pellegrini è fermo ai festeggiamenti della Conference League mentre la Roma del nuovo corso ha bisogno di non fermarsi mai, di non cadere, di provare a vincere e rivincere. Scrivere oggi che si potrebbe ripartire In qualche modo ancora dal capitano (resterà causa infortunio), appare follia pura. A volte si cambia per mancanza d’amore o persino per troppo amore, ma si cambia. E la Roma deve cambiare tutto, anche il proprio capitano. Senza rabbia, senza rancore e tentando di ricordare che delle cose belle insieme sono anche state fatte.
Voto complessivo: 3,5
Voto con De Rossi: 4,5 (considerata anche la prima parte con DDR)
Voto con Juric: 3,5
Voto con Ranieri: 4