ESCLUSIVA Tele Radio Stereo – Cipriani: “Roma-Bologna sfida insidiosa, sono curioso di Gasp. Dovbyk? Gli manca cattiveria agonistica”

Giacomo Cipriani, ex attaccante cresciuto nelle giovanili del Bologna, 75 presenze con la maglia rossoblù, oggi allenatore, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7 a poche ore da Roma-Bologna. Queste le sue parole:

Il Bologna è un po’ cambiato in questi anni…
E’ cambiato il calcio in sé. Il mio Bologna aveva una grande proprietà e abbiamo toccato l’Europa, ma questo Bologna sta dimostrando di potersi mettere dietro le grandi e continuare nel percorso di crescita. Fa piacere“.

Cosa dobbiamo aspettarci quest’anno dal Bologna?
Credo che l’ambizione della società sia continuare questo percorso di crescita, anche se è arrivata tutta in un colpo. Erano anni che il Bologna si piazzava a metà classifica, poi con Thiago Motta due anni fa ha conquistato la Champions. C’è un grande lavoro dello scouting, sono stati venduti pezzi pregiati e quest’estate sono andati via Ndoye e Beukema. Sono state fatte scommesse un po’ diverse per questa stagione, ma anche giocatori come Immobile e Bernardeschi che tornano nel campionato italiano pur non essendo nel pieno degli anni. Un po’ ha stupito, ma vedremo se questo mix funzionerà“.

Meglio avere Italiano in panchina o Sartori in dirigenza?
A Bologna siamo contenti di entrambi in questo momento, devo dire la verità (ride, ndr). Avendo avuto risultati sia con Italiano sia con Thiago Motta, al di là della loro bravura mi viene da dire che dietro c’è una dirigenza a cui va dato atto e merito. Dall’arrivo di Sartori è cambiato nettamente il risultato in campo, poi ovviamente l’allenatore manda i giocatori sul rettangolo verde“.

E’ dispiaciuto per come è andata la sua carriera?
E’ stata una carriera travagliata da infortuni, peccato. Però ho vissuto begli anni, forse gli anni più belli del campionato italiano. C’erano campioni grandissimi con cui ho giocato, con e contro“.

Come vede la Roma quest’anno?
Neanche a farlo apposta il mio migliore amico è romanista. Non è di Roma, ma tifa la Roma fin da piccolo quindi seguo spesso i colori giallorossi e da addetto ai lavori ne ho seguito il percorso. In questo momento la garanzia della Roma è Ranieri, del quale ho una grandissima stima come professionista al di là dell’uomo. Sa come lavorare, ha preso una scelta in merito al nuovo allenatore che sa lavorare. La società ora ha un freno sul mercato, ma in ogni caso deve essere dato tempo a Gasperini. Pretendere tutto e subito mi pare eccessivo, l’anno scorso la Roma ha finito molto bene. Ci sono state alcune conferme e sono arrivati nuovi giocatori, anche se magari ci si aspettava qualcosa in più. Il Fair Play ha imposto questo tipo di politica“.

Che partita sarà Roma-Bologna e che motivazioni avranno i rossoblù nel tornare all’Olimpico, dove pochi mesi fa ha alzato al cielo la storica Coppa Italia?
Al di là del contorno che ci può essere, un allenatore bravo come Italiano avrà cercato il più possibile di resettare tutto. Anche i ricordi positivi come la Coppa Italia di qualche mese fa devono rimanere tali ed essere chiusi in un cassetto. Ora c’è la Roma, una squadra importante e difficile da affrontare, tra l’altro fuori casa. Il Bologna ha i riflettori addosso, deve confermare quanto fatto negli ultimi due anni e non è semplice. La Roma invece è stata preparata al meglio da Gasperini, per quanto possibile. E’ una gara insidiosa per entrambe“.

Che attaccante è Dovbyk?
Quando è arrivato in Italia mi sono rivisto parecchio in lui, con queste movenze un po’ macchinose alla luce dell’importante struttura fisica. Forse è distante da quello che potevo essere io perché in lui non vedo quella cattiveria agonistica che ci mettevo e che ti fa fare la differenza in campo. Non so se sia una questione caratteriale del giocatore o ambientale, visto che a Roma si aspettano tutti tanto. Le qualità si intravedono, ma deve aumentare il carattere. Se il carattere si allena? Eh… Gasperini sicuramente ci lavorerà“.

Ha mai incontrato Gasperini?
L’ho incrociato ai tempi delle giovanili delle Juventus. Per me è stato un riferimento e ora lo guardo molto come allenatore, ha portato la sua idea a livelli altissimi e non era facile. A Bergamo ha trovato una dimensione che aveva faticato a trovare prima. Sono curioso se dovesse riuscire a fare lo stesso lavoro a Roma, mi auguro veramente di sì perché il suo modo di lavorare e allenare è dispendioso, servono sacrificio e dedizione, ma è anche affascinante. O gli vai dietro e hai dei benefici o pian piano vieni escluso“.

Invece ha incontrato De Rossi ai tempi della Spal, giusto?
Sì, ero lì nelle giovanili e lui era il mister. L’ho visto poche volte perché non ci allenavamo spesso in concomitanza, ma un suo membro dello staff è mio amico perché avevamo giocato insieme. Come persona mi piaceva tantissimo, come si approccia e l’umiltà che ha nonostante il curriculum. Mi hanno detto che è bravo, ma ciò non vuol dire che funziona subito tutto. Gli auguro di avere l’opportunità giusta, anche se alla Roma non stava avendo un cattivo percorso. Certo, essere allenatore nella propria piazza non deve essere semplice. Gli auguro di trovare una piazza dove possa esprimere la sua idea di calcio“.

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