Roma, i numeri spiegano Gasperini: le scelte non sono un azzardo, ma la logica dei dati

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Dalla solidità difensiva al crollo progressivo del reparto offensivo: l’analisi dei rating Fotmob (un indicatore unico che analizza circa 2000 dati a partita) degli ultimi cinque anni racconta perché Gasperini sta puntando su un undici preciso e perché alcune esclusioni sono tutt’altro che casuali.

Roma letta dai numeri: un trend di cinque anni che spiega tutto

La fotografia dei rating FotMob dal 2021/22 al 2025/26 consegna un’immagine nitida della Roma: una squadra che negli anni ha perso brillantezza offensiva, ha mantenuto un livello difensivo alto, e ha visto il proprio centrocampo scendere da un’eccellenza assoluta a un reparto “buono” ma meno dominante.

La media squadra parla chiaro:

  • 2021/22: 7,12
  • 2022/23: 7,03
  • 2023/24: 6,97
  • 2024/25: 6,91
  • 2025/26: 6,84

Non c’è un crollo verticale, ma una erosione costante, una rosa che nonostante gli innesti, invecchia alla radice. E Gasperini, di fronte a questa struttura, sta scegliendo la via più logica possibile: alzare la qualità dove c’è, proteggere dove serve e spostare più in alto i giocatori che tengono ancora livelli d’élite.

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SVILAR E LA LINEA A TRE: DA QUI NASCE LA NUOVA ROMA

Svilar, da promessa a portiere top

Il percorso di Mile Svilar è impressionante:

  • 6,3 → 7,2 → 7,1 → 7,4

È il miglior trend dell’intera rosa: +1,1 in quattro stagioni. Con un portiere così, Gasperini può permettersi più campo alle spalle della linea e una difesa più aggressiva.

Mancini–N’Dicka–Hermoso: i tre che reggono tutto

Il rating medio dei centrali è sempre rimasto su valori alti, con una leggera flessione nel 2024/25 (annus horribilis salvato da Ranieri dopo l’esperienza di De Rossi e i disastri di Juric) e una nuova crescita nel 2025/26.

  • Mancini: affidabilità e aggressività (6,9 → 7,3)
  • N’Dicka: stabilità e miglioramento costante (6,9 → 7,2)
  • Hermoso: adattamento lento, poi salto netto (6,5 → 7,0). La parentesi a Leverkusen lo aveva visto tornare su valori decenti (6,8) ma lontani dal 7,2 quasi costante che registrava ai tempi dell’Atletico Madrid.

La fotografia è semplice: questi tre sono i difensori (attualmente in rosa) più solidi della rosa, e Gasperini costruisce la Roma partendo proprio da lì.

FASCE: CELIK E WESLEY NON SONO UNA SCOMMESSA, MA LA CONSEGUENZA DEI DATI

Destra: l’esplosione di Celik

Il trend di Zeki Celik è chiarissimo, sia da braccetto di destra che da esterno:

  • 6,7 → 6,7 → 7,0 → 7,2: questa è la crescita negli ultimi 4 anni

La media ruolo “terzino destro” passa dal 6,7 del suo primo anno a Roma al 7,0 della scorsa stagione: il 7,2 di quest’anno certifica che il “sultano” turco è l’esterno che più si è alzato di livello negli anni e quello che garantisce maggiore continuità, corsa, duello e occupazione della zona.

Sinistra: senza Angelino, la scelta è Wesley

Sulla fascia sinistra Angelino aveva alzato il livello (dal 6,8 del pre Ranieri al clamoroso 7,2 dello scorso anno), ma con l’infortunio (a tempo indeterminato) la Roma ha perso un riferimento. Tsimikas, che dovrebbe coprire la stessa zona, è stabilmente più basso (6,6).

Wesley, pur spostato fuori posizione e con un campione ridotto di statistiche, produce 7,1 di rating: gamba, accelerazione, verticalità. FotMob non guarda la fama, guarda il rendimento: e il rendimento dice che Wesley oggi dà più impatto di Tsimikas.

CENTROCAMPO: CRISTANTE PERNO, KONÉ COMPLEMENTO

Cristante, la barra che non si sposta

I rating di Bryan Cristante sono una firma in calce sulla costanza di questo giocatore:

  • 7,2 → 7,2 → 7,2 → 6,9 → 7,2 nell’arco degli ultimi cinque anni.

Una sola flessione lo scorso anno che sembrava il preludio di un’usura fisica, poi il ritorno ai suoi livelli sotto la guida del Gasp. È il centrocampista più continuo dell’intero quinquennio: letture, coperture, gestione del ritmo, presenza nei mezzi spazi bassi.

Koné per dare ciò che manca

Nel contesto della Roma attuale, Koné è il giocatore che porta strappo, intensità, duello e ribaltamenti.

FotMob registra un impatto immediato nella prima stagione e poi un leggero calo sulla valutazione generale (7,1 → 6,9), ma resta su numeri superiori alle alternative, con un rendimento performante in Serie A (7,19) e nella media in Europa League (6,81)

Pisilli (6,6 → 6,4) e Baldanzi (6,4 – 6,6 – 6,3 nei suoi due anni e mezzo in giallorosso) non alzano il livello medio. El-Aynaoui (6,8) è interessante, ed infatti in poco tempo è divenuto la prima alternativa, ma ancora acerbo su continuità e letture. Dunque Gasperini sceglie l’unica coppia che gli dà equilibrio: Cristante per l’ordine, Koné per l’energia.

ATTACCO: I NUMERI SPIEGANO PERCHÉ DYBALA È LA PUNTA

Il ruolo “punta” è crollato negli anni

La media rating del reparto offensivo è crollata drasticamente negli ultimi 3 anni:

  • 7,5 → 7,4 → 7,0 → 6,63

È chiaramente il reparto più in difficoltà dell’intera squadra, senza alternative e in emergenza. Calcolando che il ruolo da prima punta di Dybala alza pesantemente la media rispetto al passato.

Dybala è l’unico a restare sopra i 7

Infortuni a ripetizione, un ingaggio monstre e tanto dibattito intorno alla Joya che in quanto a valutazione complessiva, nella Roma ha mantenuto gli standard juventini per poi calare alla distanza.

  • 7,5 → 7,4 → 7,2 → 7,0

Il campione argentino è sì calato, ma quando sta bene resta sempre il migliore del reparto per distacco. Che sia mancanza di concorrenza o altro non è dato saperlo, ma di certo in questi valori c’è il motivo per cui alla domanda “dovrebbe riposare”? La risposta è quasi sempre no.

Dovbyk non decolla

Dovbyk non piace agli esteti, non piace probabilmente a Gasperini e non piace neanche ai numeri che lo condannano.

  • 6,8 → 6,6

Arrivato dal 7,2 registrato nel Girona, conosciamo tutti le sue difficoltà, certificate dai numeri: l’ex capocannoniere della Liga produce troppo poco per guidare un attacco con principi gasperiniani.

Ferguson è fuori ruolo

L’ex wonderkid del Brighton non è più mister 100 milioni: è un giocatore giovane che, partito bene anche nelle prime uscite in giallorosso, ha visto crollare vertiginosamente il suo rendimento. A rincarare la dose, due stop alla caviglia (che non gli impediranno di raggiungere la sua Nazionale). Il suo 6,3 di rating è un valore da riserva, non da centravanti titolare, nonostante i dati siano embrionali e gli vada data fiducia (a tempo). Ora, con l’infortunio di Dovbyk, Dybala fermo ai box e Bailey convalescente, potrà avere maggiore continuità e dovrà sfruttare l’occasione per alzare la sua media, il suo peso specifico e, soprattutto fare gol.

Ad oggi, Gasperini è giunto alla conclusione più ovvia: l’unico modo per mantenere un livello offensivo accettabile è alleggerire la punta e costruire un sistema in cui Dybala è rifinitore, creativo e finalizzatore allo stesso tempo. Lo conferma il dato e lo conferma il campo.

ESTERNI ALTI: SOULÉ È UNA GARANZIA, PELLEGRINI UNA NECESSITÀ TATTICA

Soulé: l’unico esterno in crescita

Da esterno sinistro tutta fascia, a esterno offensivo più vicino alla porta, Mati Soulé fa registrare una crescita sia nel rating che nella produzione offensiva in termini di gol e assist.

  • 7,2 → 7,3

È stabile sin dallo scorso anno, ora è anche produttivo e affidabile. Gasperini lo fissa a destra perché è l’unico esterno che garantisce rendimento moderno.

Pellegrini alto a sinistra: scelta intelligente

Il suo percorso parla chiaro. Negli anni di Mourinho, Lorenzo Pellegrini ha raggiunto standard da top europeo per poi subire una flessione:

  • 7,4 → 7,4 → 7,2 → 6,9 → 7,1

Non è più all’apice, ma resta tra i migliori in rosa per letture, rifiniture e presenza offensiva.
Con El Shaarawy in calo costante (7,1 → 7,0 → 6,8 → 6,4), Gasperini sposta Pellegrini nel mezzo spazio alto di sinistra, il ruolo perfetto per il suo calcio.

In conclusione Gasperini non improvvisa, bensì ottimizza

L’analisi dei rating FotMob racconta una Roma che negli anni ha perso incisività offensiva, soprattutto nel ruolo di punta, mentre la struttura difensiva è rimasta solida e in alcuni casi si è addirittura rafforzata. Il centrocampo, un tempo punto di forza assoluto, oggi garantisce un livello buono ma meno dominante, con Cristante ancora riferimento imprescindibile. La fascia destra è cresciuta per rendimento, la sinistra si è indebolita, e alla fine i giocatori più affidabili sono rimasti gli stessi che Ranieri ha valorizzato lo scorso anno: Svilar, Mancini, N’Dicka, Soulé e Dybala con quest’ultimo ormai più vicino a una punta tecnica che a un finalizzatore tradizionale.

Dentro questo quadro, le scelte di Gasperini appaiono del tutto logiche. Il tecnico valorizza i reparti che funzionano, protegge quelli che hanno perso qualità e sposta i suoi giocatori migliori — Dybala e Pellegrini su tutti — nelle zone del campo dove l’impatto può essere maggiore. Non forza sistemi né ruoli che i numeri non supportano: costruisce invece una squadra che riflette fedelmente il trend degli ultimi anni, e punta su chi garantisce continuità, rinunciando senza fare sconti a ciò che non sta più producendo. In altre parole, non rivoluziona: semplicemente segue la rotta indicata dai dati.

Non è rivoluzione.
È ottimizzazione basata sui numeri.

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