Se vuoi vincere lo scudetto, ingaggi Conte. Se vuoi costruire, immaginando progetti a medio o lungo termine, prima di ingaggiare l’allenatore, devi sapere costruire. La Roma (ancora) non sa farlo. Friedkin finora ha dimostrato di sapere scegliere quando punta al trofeo (ingaggiando Mourinho che senza Taylor di trofei ne avrebbe portati due) ma ha dimostrato anche quanto la sua Roma sia nelle retrovie nella classifica delle squadre in grado di redigere progetti. E adesso? La Roma sta tenendo a bagnomaria Allegri, lo contattato con certezza ma non gli ha mai dato la risposta definitiva. Uno che punta subito in alto senza passare per percorsi di crescita diluita nel tempo. La Roma ancora pensa di arrivare a Fabregas, fra i tecnici più emergenti e già adottato dalla setta pericolosissima dei giochisti oltranzisti estremisti. Potrebbe di nuovo fare un tentativo per Emery, che è il compromesso perfetto tra le due filosofie calcistiche. In attesa che Gasperini sciolga i nodi con la sua Atalanta. Sapendo che a disposizione c’è ancora Mancini. E Sarri. A pensarci bene sono tante le squadre di alta classifica che devono decidere a chi affidare la panchina. Per la Roma c’è però l’aggravante che il ruolo è vacante da almeno cinque mesi. Perché Ranieri avrà pure detto alcune bugie strategiche, ma sul suo futuro è sempre stato chiaro. Cosa vuole fare la Roma da grande? Ricominciare il giro con un allenatore “da progetto”? La lezione Luis Enrique è stata mandata a memoria? Tecnico predestinato, capitato a Roma purtroppo per lui e per la Roma in mezzo a dirigenti non all’altezza per accompagnarlo e proteggerlo. L’allenatore ti cambia la vita ma non basta. Prima di partire per un lungo viaggio, non basta un pilota abile. Bisogna fare rifornimento dopo avere portato l’automobile dal meccanico per un check.
