Si è parlato di tutto ciò che si doveva parlare, e questo è un merito della comunicazione della Roma, perché in mezzo a situazioni coi contorni non definiti c’è sempre la scappatoia della richiesta di non toccare certi argomenti. È mancata la domanda su Sancho, giustamente, perché in quel caso l’allenatore in modo sacrosanto avrebbe ucciso la domanda dicendo “non parlo di calciatori che non sono tesserati con noi”. E i giornalisti in sala stampa non potevano bruciarsi l’unica domanda a disposizione.
Per il resto è andato in scena il repertorio più classico di Gasperini. Ci si può sorprendere di chi si sorprende, perché si può sorprendere chi non ha mai ascoltato Gasperini. Chi viene da Marte. Perché Gasperini non allena da due anni. E Gasperini ha fatto Gasperini. In 12 secondi ha liquidato la questione Pellegrini e lo ha fatto di proposito, rispondendo a una domanda che non verteva sull’aspetto contrattuale ma tecnico.
È lui ad avere colto l’assist, senza giri di parole, per tirare la bomba all’incrocio. Zero sterzate dialettiche anche sulle aspettative di mercato. Una strizzatina d’occhio alla società ma pure tanti puntini sulle i, sulle prospettive post giugno. Gasperini batte il ferro, che sia caldo o freddo. Fa sentire pressione. La Roma lo ha scelto e la Roma deve seguirlo.
Nessuno può sorprendersi. Né dentro né fuori Trigoria. Gasperini è uno che ha dato il benservito al Papu Gomez, anzi il Papa Gomez, perché a Bergamo era il Papa. Ha rotto con Sartori, litigato con D’Amico e discusso spesso con Percassi junior. Ma soprattutto ha vinto una Europa League e portato più volte l’Atalanta in Champions League, roba da Leicester di Ranieri o da Nottingham di Clough.
Perché Gasperini non l’allenatore poco più che trentenne battezzato guru dalla stampa modaiola.
È uno che per arrivare si è fatto il classico e oxfordiano culo così.
Lo ha scelto la Roma. E ora deve sostenerlo e seguirlo. Senza tenere conto delle divisioni speciose della piazza che sceglie di tifare per dirigenti o allenatori, calciatori o impiegati.
La Roma deve volare oltre.



