Nessun dorma (ma qualcuno dorme?)

Il titolo richiama la celebre aria pucciniana, ma con un retrogusto amaro: perché se “nessun dorma” dovrebbe essere il mantra per chi vuole davvero costruire una squadra competitiva, ciò che percepiscono oggi i tifosi romanisti è piuttosto una Roma addormentata, o comunque eccessivamente prudente. Mentre le rivali si muovono (chi più, chi meno), a Trigoria si predica calma e si lavora sottotraccia. Fin troppo sottotraccia.

Il nodo, forse, è proprio questo: va bene la discrezione, va bene evitare l’effetto annuncio, ma a metà luglio – dopo una stagione conclusa senza Champions e con tante incognite – il vuoto sul fronte entrate rischia di diventare un boomerang. Il tempo è già un nemico: ogni giorno perso è un giorno in meno per integrare nuovi innesti, per farli lavorare con il tecnico di Grugliasco, per dare una forma credibile al nuovo progetto tecnico. Gasp merita di più, la piazza anche.

Come si confronta questo stallo con i mercati dei predecessori, Tiago Pinto e Florent Ghisolfi? E perché Massara, da cui ci si aspettava un approccio più incisivo, non ha ancora acceso la scintilla?

Nell’estate 2023, a metà luglio, la Roma di Tiago Pinto aveva chiuso per quattro innesti senza spendere un euro in cartellini: Evan Ndicka, oggi colonna difensiva, arrivato a costo zero; Houssem Aouar, una scommessa non vinta; Diego Llorente e Rasmus Kristensen, in prestito dal Leeds. Non erano colpi da prima pagina, ma rispecchiavano l’idea di Mourinho: solidità, esperienza e qualche rischio calcolato. Nel 2021, sempre a metà luglio, era sbarcato Rui Patricio, un portiere che portava certezze tra i pali. E nel 2022, il colpo Paulo Dybala a parametro zero ha fatto sognare la piazza, un’operazione fortemente voluta da José. Pinto non era esente da errori – Aouar e altri flop lo dimostrano – ma con Mourinho al timone, il mercato aveva un’anima. Lo Special One sapeva chi voleva e come convincerli; Pinto trovava il modo di portarli a Trigoria, spesso con soluzioni creative. Ed è possibile che invece adesso costino tutti 30 milioni?

Florent Ghisolfi, ds nell’estate 2024, è arrivato con l’etichetta di giovane promessa, ma si è rivelato inadeguato per una piazza esigente come Roma. Il suo mercato estivo è stato un flop: a metà luglio 2024, la Roma aveva chiuso solo per Buba Sangaré, un terzino classe 2007 preso per 1,5 milioni e ancora lontano dalla prima squadra, ed Enzo Le Fée, centrocampista dal Rennes che non ha mai convinto, ceduto un anno dopo. Due mosse che denunciavano incertezza e mancanza di visione.

Nel mercato invernale 2025, Ghisolfi ha provato a correggere il tiro, portando Devyne Rensch dall’Ajax e Pierluigi Gollini dall’Atalanta, ma ha fallito nell’obiettivo di rinforzare il centrocampo con un nome di peso come Davide Frattesi, nonostante i tentativi con l’Inter. La sua gestione non ha rispettato i paletti UEFA, e il suo addio, dopo appena 13 mesi, è stato inevitabile.

Frederic Massara, nominato ds il 19 giugno 2025, è arrivato con un’aura da salvatore. Il suo curriculum parla chiaro: al Milan, accanto a Paolo Maldini, ha costruito una squadra da scudetto nel 2021-22, pescando talenti come Rafael Leao e Theo Hernandez. A Trigoria, dove aveva già lavorato come ds nel 2016-17 e nel 2018-19, il suo ritorno è stato accolto con entusiasmo. I Friedkin, dopo il flop di Ghisolfi, hanno puntato su di lui per la sua esperienza e visione, affiancandolo a Federico Balzaretti e Claudio Ranieri per costruire una Roma da Champions. Massara stesso, nella sua prima intervista, ha promesso un mercato “sostenibile ma funzionale”, con l’obiettivo di rinforzare la squadra per Gasperini e soddisfare le ambizioni della proprietà.

Massara, che al Milan chiudeva colpi con rapidità e intuito, sembra lontano dal ds che ha fatto innamorare i rossoneri. La piazza si aspettava un mercato sprint, capace di sfruttare la sua esperienza e il suo fiuto per i talenti. Invece, a due settimane dal ritiro, la Roma è un cantiere senza mattoni. La promessa di “non deludere le ambizioni dei Friedkin” suona vuota senza firme sul tavolo.

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