In memoria di Giuliano Taccola, il centravanti spezzato

Oggi, 28 giugno 2025, ricorre l’anniversario della nascita di Giuliano Taccola, un nome che risuona ancora nel cuore dei tifosi della Roma e degli amanti del calcio italiano. Nato nel 1943 a Uliveto Terme, in provincia di Pisa, Taccola avrebbe compiuto 82 anni, ma il destino lo ha strappato alla vita a soli 25 anni, lasciandoci l’eredità di un talento immenso e una storia avvolta da luci e ombre. La sua passione per il calcio sboccia presto sui campi polverosi della sua Uliveto Terme, dove si distingue con la squadra locale nelle stagioni 1957-1958 e 1958-1959, nel Campionato Provinciale Ragazzi di Pisa. È qui che gli osservatori del Genoa posano gli occhi su di lui, riconoscendo in quel ragazzo veloce e determinato – capace di correre i 100 metri in 11 secondi – un potenziale fuori dal comune. Taccola entra nel vivaio rossoblù, iniziando un percorso che lo porterà a girovagare tra Serie B e Serie C con le maglie di Alessandria, Varese, Entella e Savona. È con quest’ultima, nel 1966, che si fa notare, contribuendo alla promozione in Serie B e attirando l’attenzione di Fulvio Bernardini, che lo segnala alla Roma.

L’ascesa con la Roma: un centravanti da sogno
L’arrivo nella capitale, nell’estate del 1967, segna l’inizio della consacrazione. Taccola, acquistato in comproprietà dal Genoa per 90 milioni di lire, debutta in Serie A il 24 settembre 1967 contro l’Inter, segnando un gol che vale il pareggio per 1-1 e conquistando immediatamente il cuore dei tifosi giallorossi. Nella stagione 1967-68, con 10 gol in 29 presenze, si afferma come un centravanti completo: potente, rapido, con un fiuto del gol fuori dal comune. La Roma, che in quegli anni fatica a trovare continuità, vede in lui una speranza, un simbolo di riscatto. Taccola diventa il beniamino della Curva Sud, portato in trionfo a Termini dopo le trasferte vincenti, un “antidivo” che incarna la dedizione e la semplicità.

Nella stagione successiva, sotto la guida di Helenio Herrera, Taccola continua a brillare, segnando 7 gol in 12 partite nonostante i crescenti problemi di salute. Il suo gol lampo contro la Fiorentina, dopo appena 30 secondi, rimane un’istantanea della sua capacità di cambiare le partite. Ma è proprio in questo momento di splendore che si addensano le nubi sul suo destino.

Il dramma: una tragedia ancora avvolta nel mistero

L’inverno del 1968 segna l’inizio del calvario. Taccola inizia a soffrire di febbri intermittenti, spossatezza e malesseri che i medici attribuiscono inizialmente a una tonsillite. Gli viene diagnosticato un soffio cardiaco, ma le conoscenze mediche dell’epoca e la superficialità nella gestione della sua salute non impediscono a Herrera di insistere per schierarlo. Il 5 febbraio 1969, Taccola si sottopone a un intervento per l’asportazione delle tonsille, un’operazione che si rivela complessa a causa di emorragie anomale. Nonostante il consiglio di un mese di riposo assoluto, viene richiamato agli allenamenti dopo sole due settimane, spinto dalla pressione di un allenatore che lo considera indispensabile.
Il 16 marzo 1969, a Cagliari, si consuma la tragedia. Taccola, debilitato e febbricitante, non gioca la partita ma segue la squadra in trasferta. Negli spogliatoi dell’Amsicora, dopo il pareggio per 0-0 contro il Cagliari, si accascia, colpito da un arresto cardiaco. I tentativi di rianimazione sono vani: Giuliano muore in ambulanza, a soli 25 anni, lasciando la moglie Marzia e due figli piccoli. L’autopsia parla di insufficienza cardio-respiratoria, ma le cause rimangono oscure, alimentando sospetti di negligenze mediche, possibili reazioni a farmaci e persino accuse di doping, come quelle mosse anni dopo da Ferruccio Mazzola.

L’eredità: un simbolo eterno per la Roma

La morte di Taccola scuote il mondo del calcio e lascia un vuoto incolmabile. La Roma, che chiude la stagione vincendo la Coppa Italia, dedica quel trofeo alla memoria del suo centravanti. I funerali, il 20 marzo 1969, vedono una folla immensa radunarsi alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura, con la maglia numero 9 posta sul feretro, un’immagine che ancora oggi commuove. La tifoseria non lo dimentica: il Roma Club Primavalle porta il suo nome, e striscioni con la scritta “W Taccola” sventolano allo stadio Olimpico. Nel 2018, Taccola viene inserito nella Hall of Fame della Roma, un riconoscimento doveroso per un giocatore che, in appena due stagioni, ha segnato 17 gol in 41 partite di campionato e 5 in coppe europee.

Un ricordo che vive

Oggi, mentre celebriamo il giorno della sua nascita, il pensiero va a un uomo che incarnava il calcio puro, fatto di sacrificio e talento. La storia di Giuliano Taccola è quella di un sogno spezzato, ma anche di un amore eterno con la Roma e i suoi tifosi. La sua vicenda ci ricorda la fragilità della vita e l’importanza di non dimenticare chi ha dato tutto per la maglia. La Roma oggi lo celebra iniziative come l’esposizione di oggetti storici – la medaglia del Roma Club Primavalle, la maglia numero 9, lo stendardo dei tifosi – continua a rendere omaggio a un campione che, nonostante il tempo, rimane vivo nel cuore giallorosso.

Giuliano, ovunque tu sia, grazie per averci fatto sognare. La tua luce brilla ancora.

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