Nedo Sonetti, ex calciatore e allenatore, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TeleRadioStereo. Ecco le sue parole:
Quali allenatori le piacciono oggi? Gasperini le piace?
“Ce ne sono tanti. Gasperini ha fatto delle cose eccezionali a Bergamo, e lo dice uno che ha allenato l’Atalanta per quattro anni. Se vai a Zingonia a vedere gli allenamenti, è roba seria. Rispetto agli altri allenatori ha una determinazione e convinzione assoluta, conosce il calcio perché ha giocato anche a buoni livelli. Al di là di qualche difetto, ha dimostrato e sta dimostrando il suo valore portando l’Atalanta ai vertici del calcio europeo“.
Secondo lei perché è arrivato in una big come la Roma solo a 67 anni?
“Si vede che era il momento giusto anche per lui. Lasciare l’Atalanta non è una cosa semplice, ora è una delle migliori squadre europee e si vede da come giocano. Corrono come matti, aggrediscono l’area di rigore avversari, sono determinati e cattivi. La Roma se vuole migliorare deve fare quello che dice Gasperini. Se invece vuole solo fare i passaggettini di tre metri… è una cosa assurda. Con Gasp si fanno poco“.
Che cosa sta succedendo all’Italia?
“Una cosa abbastanza banale, che tutti vedono e nessuno dice. Il calcio italiano si è depauperato, vengono a mancare i nostri giovani. Si va all’estero a prendere altri giocatori per dimostrare non so che cosa. Magari le squadre di club, con giocatori buoni, possono avere dei vantaggi, ma certamente la Nazionale ne patisce. Non è possibile che i giovani italiani siano diventati dei brocchi rispetto alle altre nazioni. Ovviamente, però, bisogna metterli nelle condizioni di farli giocare“.
Gattuso potrà essere la persona giusta in questo momento?
“Penso sia l’unica persona che ci può far sperare in un miglioramento di tante cose, non solo per la Nazionale maggiore ma per tutti i settori azzurri. Ci vuole una rivoluzione e lui è una persona di carattere e di polso. Era un onore straordinario mettere la maglia azzurra, oggi invece penso che non si rendano conto di giocare in Nazionale“.
Le piace l’ondata di allenatori giovani, “giochisti”?
“Non mi parlate di giochisti, divento matto. Mi dovete spiegare perché il portiere è diventato il play-maker della squadra. Una volta c’erano i Pirlo, oggi c’è il portiere che imposta e diventa un vertice di un triangolo con i due difensori. Ma che roba è? Se potessi tornare a Coverciano lo direi a tutti. A volta spengo la tv. E’ una moda, sbagliata tra l’altro. Ora mi sembra che alcuni stiano capendo che non è più possibile continuare a fare queste cose qui. Lo poteva fare il City con Guardiola, ma aveva 11 fuoriclasse. Se non hai 11 fuoriclasse quella cosa qui non la puoi fare. Mi ci arrabbio su queste cose“.
Oggi accetterebbe una panchina?
“Anche se l’età è quella che è, accetterei sicuramente perché mi sento in grado di fare determinate cose. Magari qualche consiglio lo darei sicuramente. Direttore Tecnico? E’ un parolone… assistente nei confronti della gente mi piacerebbe farlo, anche adesso, portando avanti questo tipo di situazioni e mentalità“.