Sandro Valter Salvioni, ex allenatore del Nizza sotto la presidenza Sensi tra il 2000 e il 2002, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo a poche ore dall’esordio europeo della Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Lei è stato compagno di Tullio Gritti, il vice di Gasperini.
“Abbiamo giocato insieme a Brescia per tre anni. L’ho sentito, dice che si trova benissimo ed è contento a Roma. Abbiamo un amico comune a Bergamo con cui si confronta spesso e mi conferma queste cose. Gasperini invece l’ho incrociato diverse volte quando allenava la primavera della Juve, io ero al Parma. Poi abbiamo fatto anche un corso insieme a Coverciano“.
Gasperini è un allenatore che può portare un calcio diverso anche in una piazza come Roma?
“Lui è un grande allenatore e crede nel suo lavoro, che è la cosa più importante, e riesce a trasmetterlo ai giocatori. L’importanza del lavoro, poi, dipende sempre dai risultati. A Bergamo dopo cinque giornate volevano mandarlo via, poi ha messo i giovani e la squadra ha cominciato a viaggiare. Secondo me era lui l’allenatore giusto per l’Atalanta e lo ha dimostrato nei nove anni a Bergamo, facendo guadagnare parecchi soldi anche al club. I primi tempi lo difendevo in televisione, litigando con i tifosi, ma alla fine ho avuto ragione. Fa quello che pochi fanno, poi ovviamente anche la società gli ha permesso di lavorare con tranquillità e serenità. Ma tutto è dipeso dai risultati che ha fatto“.
Anche se dovrà un po’ snaturarsi?
“E’ arrivato da due mesi, sta cominciando a conoscere i giocatori e le sue idee dovranno anche cambiare alla luce delle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. Mancini e Cristante, che ha già avuto a Bergamo, potranno sicuramente dargli una mano. Gasperini gioca per vincere, gioca a viso aperto contro tutti e insegna ai suoi giocatori le qualità tattiche sul campo“.
Quale è quel ruolo in cui a Gasperini serve proprio il “suo” uomo?
“Il ruolo più importante secondo me è stato il difensore centrale. Gasperini dà tranquillità alla fase difensiva, lui non trasmette paura ma sicurezza in difesa. Lui insegna queste cose qui e trasmette tranquillità ai difensori, che prendono coraggio anche in situazioni difficili e crescono in personalità“.
Che partita si aspetta tra Nizza e Roma e che ambiente troveranno i giallorossi all’Allianz Riviera?
“Sono stato due anni a Nizza, purtroppo lo stadio non era quello che c’è adesso. Quando ho preso la squadra Sensi pensava che il sindaco potesse fargli fare lo stadio, poi non se n’è fatto niente. Di sicuro l’ambiente sarà caldo, i tifosi sono abbastanza ‘forti’. All’inizio ho fatto tanta fatica, noi italiani non eravamo visti bene e poi si sono ricreduti. C’è un tipo abbastanza arcigno, non cattivo ma sono convinto che sarà un bel tifo. Non è più il Nizza degli anni precedenti, nelle ultime partite non mi sono piaciuti. Dante non sta giocando fino ad ora, era infortunato, ed è un giocatore che dà tranquillità ai compagni. All’inizio giocavano a quattro, poi da 2-3 anni giocano a tre e Danta ha una grande personalità che trasmette anche ai compagni. E’ un giocatore importantissimo, senza di lui la squadra difensiva ha grandi difficoltà“.
Haise somiglia davvero a Gasperini?
“Se avesse le idee di Gasperini i risultati non sarebbero questi… (ride, ndr). Nell’ultima partita il Nizza ha preso 4 gol ed è stato scandaloso, anche nel possesso palla, pur giocando contro una squadra a mio avviso inferiore. Se Gasperini va a giocare con la sua mentalità e i giocatori lo seguono il risultato arriva di sicuro“.
Che ricordo ha del Presidente Sensi?
“Ero a Nizza e lui voleva vendere la società, c’erano delle difficoltà e quindi venne a Monaco nell’ufficio di Pastorello, che si occupava praticamente di tutto a Nizza. Pastorello era l’amministratore di Sensi, il secondo anno mi ha chiamato dicendomi che Sensi voleva parlarmi. Ho parlato con lui per due ore cercando di dirgli di non vendere la società, eravamo al quarto-quinto posto e mancavano ancora circa tre mesi, 6-7 partite, a fine stagione. Gli dissi: “Se riusciamo a salire avrà una grande soddisfazione, potrebbe dare la squadra al sindaco in Ligue 1”. Alla fine poco dopo prima di una partita in casa Pastorello mi ha detto di riunire la squadra, annunciando che Sensi aveva venduto la società. Ma io rimasi anche con la nuova proprietà, che avrebbe potuto cambiarmi, e l’allora direttore sportivo mi ha aiutato. Insieme a Pastorello c’era anche il direttore Grillo, che era venuto con me. Poi è successo di tutto. Dovevo rimanere lì a fare la Serie A, poi un signore tedesco ha fatto di tutto per mandarci via. Non ho mai odiato nessuno, ma lui…“.



