Direttamente dal ritiro al St. George’s Park di Burton upon Trent, Niccolò Pisilli ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7. Queste le parole del centrocampista della Roma alla nostra inviata Annalisa Ferrante.
Ciao Niccolò, buongiorno. Allora, innanzitutto come stai? Come stai vivendo questo ritiro? “Bene, grazie. Stiamo bene, ci stiamo allenando, ci stiamo preparando per la stagione, stiamo preparando tutte le cose” .
Gasp ti sta provando sia da mediano che da trequartista. Quale ruolo prediligi? “Non ho un ruolo che che prediligo. Sono due ruoli di centrocampo, uno è un po’ più avanzato, uno è un po’ più dietro, però io cerco sempre di fare quello che mi chiede il il mister in base al ruolo che devo appunto fare. Mi posso adattare tranquillamente a tutti e due i ruoli“.
C’è un aspetto del tuo gioco che vorresti migliorare in questa stagione? “Eh, come dico sempre, sono un giovane che ha fatto solo un anno tra i grandi. Sicuramente ho tante cose da migliorare, ce n’è più di uno che devo migliorare. Forse se ne devo dire uno è mantenere magari la lucidità nelle scelte con la palla o maturare come giocatore. Penso faccia parte del processo della carriera di un giocatore, dato che io sto ancora al primo anno tra i grandi“.
C’è qualche compagno di squadra che ti sta aiutando magari a perfezionare quelle che sono le tue tecniche? “Ma sì, tutti i compagni sono molto disponibili per aiutare e per aiutarci l’un l’altro. Devo dire che sin dal primo giorno che sono entrato in questo gruppo tutti mi hanno dato consigli, mi hanno aiutato e ogni volta che qualcuno ha modo mi aiuta“.
Ecco, tu dici sempre che cerchi di migliorarti osservando i grandi. C’è un centrocampista magari italiano, straniero, al quale ti ispiri più degli altri? “Ma no, come ho sempre detto, non ho un giocatore particolare a cui mi ispiro. Mi piace vedere il calcio, vedere tante partite e vedere più giocatori possibili perché poi ogni giocatore è molto bravo in una cosa. Magari c’è chi è più bravo con la palla, chi è più bravo senza palla, quindi da tutti cerchi di di imparare le loro cose migliori“.
Tu hai un fratello maggiore, Mattia, giusto? Ok. Che tifa la Roma come te. Però dentro casa c’è qualcuno che ti fa un’altra squadra, una strisciata. Tuo padre Francesco, hai mai provato a farlo diventare romanista? “Ma ormai si è quasi convertito perché diciamo che che quando giocano Roma contro Juve alla fine tifa per la Roma e di questo sono sono molto contento. Non non ho mai capito perché tifa Juventus e non Roma e quindi diciamo che si è quasi ufficialmente convertito. Poi, certo, se gioca la Juve contro un’altra squadra tifa la Juve, però però se c’è Roma-Juve adesso ti fa la Roma“.
Tuo fratello Mattia invece gioca in Polisportiva a Casal Palocco: quando tu vai a vederlo le persone che sono lì come reagiscono? Ti vedono come il fratello di Mattia o ti vedono come Niccolò Pisilli? “No, mi vedono come Niccolò e basta, come un ragazzo normalissimo di Palocco, perché a Palocco ci sono cresciuto, è un ambiente per me molto molto familiare, ho tutti gli amici lì, la famiglia lì, quindi non ho questa cosa che magari mi sento osservato o possa essere visto in modo diverso. Sono un ragazzo come tanti altri che vivono a Palocco e di questo sono molto contento“.
Tu hai sempre detto di essere una persona solare, ma comunque al contempo sei molto molto riservato. Come gestisci la pressione sotto i riflettori, soprattutto dopo momenti come il tuo esordio con la nazionale, il gol contro il Venezia? “In modo molto naturale, diciamo. Cerco di rimanere il Niccolò che sono sempre stato e cerco di non farmi condizionare da queste cose per la persona che sono, perché alla fine non sono queste cose che ti definiscono come persona, ma è tanto altro. Quindi sono molto contento se raggiungo un traguardo importante o un obiettivo importante, però non cambia quello che è Niccolò fuori dal campo“.
Bene, allora come ti stai trovando in questo momento con Gasperini? Ti stai adattando al suo stile di gioco o stai faticando? “No, mi sto trovando bene. Il mister è bravissimo, non devo di certo dirlo io. È tutto un po’ nuovo, quindi la squadra deve essere brava a, come posso dire, captare il prima possibile le informazioni che lui ci vuole trasmettere, i principi che lui ci vuole trasmettere, ma ci stiamo trovando bene, giorno dopo giorno miglioriamo sempre di più“.
C’è un qualcuno rispetto ai nuovi arrivati con il quale stai legando di più? Non dire Ghilardi perché se dici Ghilardi la risposta è facile. “Ora è arrivato Ghilardi (ride, ndr) che appunto è in nazionale, però devo dire che come gruppo siamo molto uniti, stiamo tutti insieme. Poi è ovvio che magari si creano un po’ dei gruppi, ma come gruppo siamo siamo molto unito, quindi penso che pure i nuovi non facciano fatica a integrarsi“.
Qualcuno dice che il prolungamento del tuo contratto ti ha portato ad abbassare un po’ quelle che sono le qualità. Cosa rispondi alle persone che dicono ‘cattiverie’? “Che ovviamente non è così, cioè le prestazioni in campo non dipendono dal contratto che uno ha fuori e penso che qualsiasi giocatore o calciatore possa subire, diciamo, un calo durante una stagione, perché è impensabile che per tutta la stagione vai allo stesso modo. Ci sono dei periodi positivi, dei periodi un po’ più negativi, ma come ho sempre detto quello che io posso posso fare è dare sempre il 100% per questa maglia ed è quello che farò. Poi ci sono delle delle partite che andranno meglio, delle partite che andranno peggio, però quello che non mancherà mai da parte mia è l’impegno e il sudore per questa maglia“.
Qual è l’obiettivo che secondo te la Roma può raggiungere quest’anno? “Secondo me bisogna guardare partita dopo partita, non prefissarsi troppi obiettivi. Poi certo l’obiettivo magari può essere quello di tornare in Champions League, però abbiamo visto l’anno scorso come alla fine in una stagione ci sono vari momenti e varie fasi. A inizio anno sembravamo spacciati mentre poi abbiamo chiuso a meno un punto dalla Champions. Quindi adesso, secondo me, non è importante mettersi un obiettivo fisso, ma cercare di raccogliere il più possibile ogni giorno“.
C’è un consiglio particolare che ti ha dato Claudio Ranieri prima di lasciare la Roma sotto il ruolo d’allenatore? “Eh, il mister ci ha dato tantissimi consigli, ci ha dato una grandissima mano l’anno scorso e a me in particolare. L’ho sempre detto, lo ringrazierò per sempre, per tutte le volte che si è fermato a darmi consigli, a migliorarmi come come giocatore e come uomo e non ce n’è uno in particolare. Mi porterò per sempre tutti tutti i suoi insegnamenti sia dentro che fuori dal campo“.
Allora, se tu potessi scambiare ruolo con un tuo compagno di squadra per una partita, chi sceglieresti e perché? “Mh, come posizione in campo. A me piace il ruolo che faccio io, quindi quindi ti dico un centrocampista che può stare vicino a me che è Manu (Konè, ndr), non lo so“.
E’ il centrocampista con il quale ti trovi meglio a giocare? “Mi trovo bene con tutti, tutti diciamo hanno delle qualità diverse e penso che il mister abbia diverse opzioni e questa è una cosa buona. Non ce n’è uno con cui mi trovo meglio, ma penso che il segreto sia proprio questo, riuscire a giocare con tutti nella squadra“.
Il derby per te sicuramente da romano e romanista deve essere qualcosa di molto importante. Come ti prepari ad una partita del genere? “Ne ho fatti due, non è che ne ho fatti chissà quanti. In realtà penso che il segreto sia viverlo come una partita normale che alla fine ovviamente essendo romano e romanista un pochino senti di più, però devi essere pure bravo a non farti trasportare troppo da quelle emozioni perché sennò rischi che in campo ci vai un po’ un po’ troppo emozionato, un po’ con troppa foga e magari è cattiva consigliera“.
Ecco, allora questa cosa di essere romano e romanista ti ha mai messo sotto pressione? Ti lascia un’eredità particolare? “No, questo no. Penso solo che sia una cosa bella perché perché quando scendo in campo e devo giocare per la squadra è la squadra per la quale ho sempre voluto giocare, però non sento nessun peso, nessuna eredità perché sono discorsi totalmente fuori da me in questo momento“.
Hai dedicato un gol a Edoardo Bove, definendolo una persona speciale. Quanto è importante per te avere un legame particolare con i tuoi compagni di squadra? “È importante perché il gruppo nel calcio conta veramente tanto perché se stai bene fuori poi è molto più facile che riesci a rendere dentro al campo. Penso che i segreti delle grandi squadre siano stati pure questi ed è stata una cosa che l’altro anno a noi ci ha aiutato a risollevarci da un periodo molto brutto“.
Quindi possiamo dire che la forza del lupo è il branco? “Sì, possiamo dire che la forza del lupo è il branco” .



