Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7, l’ex direttore sportivo della Roma, Giorgio Perinetti, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
Direttore, qual è lesperienza che le è rimasta maggiormente nel cuore?
“Tutte hanno avuto un peso, ho lavorato con grandi presidenti, tutte ti danno il modo di capire dove migliorare, da tutte puoi trarre spunto. Io ho girato tanto, ma sono spesso tornato lì dove ero stato in passato, anche ora che lavoro in Serie D allenamento all’Athletic Palermo cerco di crescere ulteriormente“.
Ha lavorato con presidenti molto presenti, ma ora com’è mutata la figura del DS con le nuove società?
“È un tema dominante nelle discussioni, prima il direttore sportivo era il direttore commerciale della società. Poi è venuta la figura del procuratore, che è diventato un assistente della presidenza, ora le trattative sono divenute sempre più complesse, col direttore che è diventata più marginale“.
A distanza di 13 anni, che cosa direbbe a Dybala?
“Volai a Londra per prenderlo, è servito a chiarire con tutte le parti in causa, lo voleva Zamparini, il presidente aveva dato ampia disponibilità a livello economico. Mi chiese di fare un’ ulteriore indagini per capire meglio, presi informazioni e me ne parlarono benissimo, io avevo avuto delle perplessità a livello fisico poi subito fugate. Credevo fosse più basso, poi lo vidi dal vivo e rimasi sorpreso. Lui mi disse: ‘Sono cresciuto 10 centimetri negli ultimi mesi’. È andata bene così“.
Si aspettava una Roma di Gasperini così performante nonostante i problemi in attacco?
“Lo avevo conosciuto nella primavera della Juve, poi al Palermo, anche se lì non fu un anno fortunato. Il fatto di essere riuscito a entrare in connessione, a fare metabolizzare le sue idee alla squadra in così poco tempo è eccezionale, la Roma sta facendo un grande campionato. Mercato di gennaio? I giocatori forti non si muovono, non è semplice operare“.
Zirkzee?
“Un giocatore talentuoso, che ha fatto bene e che, qualora tornasse in Italia, potrebbe ricominciare a fare bene. I calciatori che vengono alla Roma possono moltiplicare le forze perché un ambiente come Roma ti entra dentro e ti induce a dare ancora di più perché è una piazza che può esaltare“.


