ESCLUSIVA Tele Radio Stereo – Nicolato: “Gasperini alla Roma è interessante: sarà una bella prova per entrambi”

Paolo Nicolato, ex selezionatore dell’Italia Under 21 e oggi CT della Lettonia, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo. Ecco le sue parole:

Gasperini è l’uomo giusto per la Roma?
Posso dare per certo che Gasperini è un ottimo allenatore, è scontato dirlo. Ha dimostrato nel tempo quello che sa fare e per tutti noi è stato una fonte di conoscenze, novità e riflessioni. Credo che sia una bella prova, per lui e per tutto l’ambiente della Roma. Sarà molto interessante, la vedo come una sfida e credo che lui abbia accettato per questo motivo. Sa che non è una cosa facile, ma sicuramente è molto motivante“.

Lei, a queste condizioni, avrebbe fatto la stessa scelta?
Credo di sì, il nostro lavoro ha sempre bisogno di stimoli e le motivazioni sono molto importanti. Mi permetto di interpretare il suo comportamento: penso che abbia avuto la sensazione di aver fatto tutto quello che si poteva e forse anche di più all’Atalanta, aveva bisogno di una nuova sfida“.

Perché è complicato affrontare una squadra di Gasperini?
Lui è stato il primo, negli ultimi 20-25 anni sicuramente, ad adottare un certo tipo di filosofia di gioco, basata molto sui duelli. E’ stato bravo lui e la società a mettergli a disposizione giocatori adattati a questo tipo di gioco. E’ un rivoluzionario, come anche Sacchi. A me piace osservare e imparare da tutti, non c’è una persona da cui ho preso qualcosa in particolare ma allenatori con cui ho avuto modo di approfondire alcune cose. Tra questi sicuramente Gasperini. Cerco di seguire le persone che vogliono innovare, in generale“.

Un allenatore vincente adatta i giocatori al suo stile di gioco oppure plasma il suo calcio al materiale umano che possiede?
Per un allenatore, in particolare oggi che il calcio non è particolarmente ricco di talento, è importante conoscere e studiare molto, cercando il vestito migliore per i giocatori che ha a disposizione. Non è detto che riesce a imprimere le sue idee di gioco, ma un grande allenatore capisce che deve adattare le idee ai giocatori che ha e non ancorare i giocatori alle proprie idee“.

Com’è possibile che l’Italia stia rischiando di non qualificarsi al Mondiale per la terza volta consecutiva?
E’ una domanda a cui è difficile rispondere. Bene o male sono vent’anni che abbiamo un po’ decelerato rispetto all’evoluzione del calcio in Europa e in tutte le altre nazioni, anche più piccole. Siamo un po’ ancorati al passato, ma i risultati del passato non danno risultati nel presente né nel futuro. Le cause sono molte, una di queste è sicuramente lo sviluppo del calcio in tutto il mondo: in Europa soprattutto è diventato più concorrenziale. Ci sono stati investimenti su strutture e giovani, noi invece siamo abituati a vivere un po’ di più alla giornata e non abbiamo progettato. Evidentemente però i giocatori non possono più pioverci dal cielo come accaduto negli anni ’90 e 2000, va creata una visione e una struttura condivisa anche con i club. Dobbiamo tutti prenderci la responsabilità, la Nazionale è il frutto del sistema e se la Nazionale non va bene vuol dire che il sistema non funziona“.

Oggi per la panchina azzurra si fanno scelte che appaiono poco sensate: è così?
Noi abbiamo cercato di trovare questa scorciatoia pensando che il problema fosse l’allenatore, ma non è il problema principale. Lo dimostra il fatto che pur cambiando allenatore i risultati non sono venuti, eccezion fatta per l’Europeo. I problemi a mio avviso sono molto più a fondo, non riguardano il pilota ma la macchina. Prima di pensare di essere competitivi bisogna avere una macchina che possa competere, senza pensare al pilota da mettere al volante. Non abbiamo il talento che avevamo prima e il numero di giocatori che avevamo prima, a tutti i livelli. I giocatori hanno poche esperienze, anche internazionali, e non è facile fare scelte“.

O forse il problema è la scuderia, ovvero i quadri federali?
Le responsabilità vanno condivise, la Nazionale non ci può interessare solo quando va male. E’ un bene e un valore di tutti, che dobbiamo tutti sentirci sempre addosso. Dobbiamo tutti rinunciare a qualcosa per avere una Nazionale migliore. Non ci sono paesi dove la Nazionale va bene e il sistema va male, ognuno ha le proprie responsabilità. La Nazionale è la punta dell’iceberg di un sistema“.

La Nazionale Under 21 di Nunziata può arrivare in fondo all’Europeo?
Con i giovani riusciamo a fare cose. Mi fa sempre piacere parlare dei giovani. Siamo competitivi, sicuramente. Lavoriamo bene su alcuni concetti su cui magari gli altri lavorano un po’ più tardi, e i fatti lo dimostrano. Tutto ciò però, purtroppo, non ci ha dato garanzie nell’avere una Nazionale maggiore importante. Forse anche su questo dobbiamo cambiare un po’ mentalità. Dobbiamo preparare un percorso per i ragazzi, che di base hanno qualità, che li possa far diventare calciatori di alto profilo anche in campo internazionale, che ha livelli completamente diversi rispetto al calcio italiano“.

REDAZIONE

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