ESCLUSIVA Tele Radio Stereo – Negri: “Rangers in difficoltà ma l’Ibrox spinge tantissimo, la Roma dovrà sfruttare tecnica e spazi”

Marco Negri, ex attaccante italiano del Rangers che giovedì affronterà la Roma all’Ibrox Stadium di Glasgow nella quarta giornata della League Phase di Europa League, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7. Di seguito le sue dichiarazioni:

Che cosa si deve aspettare la Roma da questa trasferta?
E’ una trasferta complicata, il Rangers non sta passando un momento positivo. Ha cambiato allenatore e ha perso l’Old Firm contro il Celtic in Coppa di Scozia andando ai supplementari, in questa posizione di classifica non penso sia mai stato negli ultimi 40-50 anni. C’è un però: la competizione europea e l’atmosfera dell’Ibrox in Europa è speciale. Ci sarà un ambiente che cerca la scintilla per ripartire e per ritrovare quella forza che sembra mancare attualmente. In casa loro giocano in 12. Deve essere brava la Roma a tenere botta senza farsi prendere dalla foga e cercare, con la tecnica, di farli andare fuori giri visto che presseranno molti alti. Dopo una prima fase difficile, ci sarà sicuramente qualche possibilità per la Roma. Nel Rangers c’è Tavernier, un giocatore con un piede fatato paragonabile a quello di Beckham: sui calci di punizione sono sempre pericolosi, anche perché i difensori centrali sono molto forti di testa“.

La Roma con la tecnica può sopperire all’intensità del calcio scozzese?
Lì c’è il pubblico che ti spinge, anche se non ne hai vai lo stesso perché è il pubblico che quasi detta i ritmi. Dopo questo periodo di difficoltà vedono ogni partita come quella scintilla che possa dare la svolta. Giocare contro la Roma per loro è motivo d’orgoglio, ma non avranno nessun timore reverenziale e partiranno forti. La Roma deve essere brava a saltare la prima pressione, con tecnica e uscite preordinate. Dopo le prime ondate, il Rangers dietro ha dimostrato di essere non forte e di avere un punto debole. Specialmente con giocatori rapidi come Soulé, anzi peccato che manchi Dybala. I giocatori del Rangers hanno grande stazza, specialmente dietro, quindi negli spazi potrebbero andare in difficoltà e la Roma può far male“.

Che cosa ne pensa del fatto che la Roma dovrà andare due volte in Scozia e che partite si aspetta a livello ambientale tra Rangers e Celtic?
Parlo perché l’ho provato: l’atmosfera dell’Ibrox è incredibile. La Roma troverà qualcosa di speciale. Contro il Celtic per la Roma sarà la seconda partita in Scozia, magari saprà già che cosa si aspetta. Per come è costruito, l’Ibrox fa anche più rumore. Al di là di quello, vivranno delle sensazioni uniche e non devono farsi prendere dal timore nel giocare il pallone perché con la tecnica possono sopperire“.

La Roma ha un problema in attacco: da ex attaccante e allenatore, che problemi ci sono con Dovbyk?
Il primo è la fiducia, che fa fare stagioni prolifiche a un attaccante. Purtroppo Dovbyk non ha mai sentito questa fiducia attorno a sé. Ma ho una certezza: le squadre di Gasperini hanno sempre proposto un gioco offensivo e tutti gli attaccanti di Gasperini hanno fatto tanti gol. Sono certo che la Roma produrrà tanto. Il ruolo dell’attaccante è strano: ci sono momenti in cui non la strusci mai o la palla non va mai dentro, ma poi ti sblocchi e diventa tutto più facile. Quando non fai gol pensi a fare di più, tendi a strafare e a complicare le cose. In questi momenti, lo dicevo anche da allenatore, bisogna affidarsi all’istinto e alle proprie qualità. Non so se giocherà Dovbyk giovedì, penso di sì, quindi gli si chiederà un lavoro importantissimo. Magari non finirà sul tabellino, ma è importante che faccia salire la squadra perché anche per lui sarà una partita fisica. A Glasgow sarà fondamentale quest’aspetto, poi il gol quando arriva arriva“.

Perché ha scelto la Scozia? E come si spiega il fatto che molti giocatori di Premier League arrivano in Italia e impattano subito bene?
Ho scelto la Scozia perché con quel Perugia, nonostante i 15 gol, a fine anno si era retrocessi ed ero, sulla carta, un giocatore di Serie B. C’erano delle offerte, ma poi è arrivato il Rangers di cui onestamente conoscevo poco. Economicamente l’offerta era molto ghiotta, poi c’era anche la possibilità di giocare in Champions League. Loro vincevano da nove anni di fila. C’erano Gascoigne, Laudrup… ho scelto questa sfida, in Italia la Champions voleva dire o Milano o Juventus e lì gli attaccanti erano davvero di un altro livello. Il Rangers mi dava la possibilità di cimentarmi a livello europeo e io ero sempre stato aperto alla possibilità di giocare all’estero: non me ne sono mai pentito. Adesso secondo me ci sono tantissimi scozzesi nel campionato italiano che stanno facendo benissimo, da Ferguson del Bologna a McTominay e Gilmour a Napoli. Quando sono andato in Scozia ci allenavamo nei parchi di Glasgow, era un calcio abbastanza primitivo. Oggi non c’è più quel gap grossissimo, ci sono strutture e allenatori importanti. Specialmente i centrocampisti, dal Regno Unito portano intensità e gamba e in Italia imparano nozioni tattiche in cui riescono a migliorare e dare disciplina alle loro caratteristiche. Poi vengono fuori giocatori del genere, che vedi attaccare e difendere e fare la differenza. Per noi italiani invece andare lì è difficile: in attacco non c’è tanta qualità ma soprattutto non c’è una gamba importante. Nei campionati britannici serve gamba e fisico, gli scontri sono sempre importanti e il tasso atletico lì è davvero uno scalino in più del nostro“.

Domenica ci sarà anche Roma-Udinese e lei è un ex bianconero: Zaniolo in Friuli può veramente risorgere?
Secondo me è il posto e il momento giusto. E’ un ragazzo che ha qualità evidenti, deve ancora trovare la quadra e trovare il modo di mettere tutto insieme. Sono stato a Udine, è una dimensione molto tranquilla anche a livello extra-calcistico. La società vive di calcio ogni minuto ed è lì per gestire tutte le problematiche che un giocatore può avere. Sono dei maestri nel cercare di mettere a proprio agio giocatori stranieri o italiani che cercano rilancio. La medicina migliore poi è il gol, e Zaniolo li sta facendo. Se riesce a trovare continuità e stare lontano da qualche infortunio che purtroppo l’ha bersagliato può davvero rilanciarsi“.

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