ESCLUSIVA Tele Radio Stereo – Lo Monaco: “Gasperini è spigoloso, ma con lui la Roma si candida per lo Scudetto”

Pietro Lo Monaco, noto dirigente sportivo con un passato anche al Palermo quando Gian Piero Gasperini sedeva sulla panchina rosanero, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo per commentare l’imminente approdo del tecnico di Grugliasco alla Roma. Ecco le sue parole:

Ha trovato Gasperini a Palermo e poi si è dimesso a seguito del suo esonero: è andata così?
Arrivai a Palermo con la squadra che aveva un solo punto in classifica, l’ho trovato già lì. Era stata una scelta di Zamparini, precedente al mio avvento. In quei 3-4 mesi ho avuto modo di curare e constatare la bontà del tecnico soprattutto, mi sembrava fuori luogo quello che a un certo punto passò per la mente del presidente. Gasperini non meritava l’esonero, aveva fatto buoni risultati uscendo dalla zona “calda”. Mi sembrava giusto e corretto dimostrargli solidarietà. Nella sua carriera ha dimostrato di essere un allenatore che sa tirare fuori il meglio dai propri giocatori, soprattutto all’Atalanta. Avrà un carattere un po’ spigoloso e controverso, ma come capacità di esprimere il lavoro in campo è notevolissima. Roma è un ambiente un po’ particolare: ha vinto con Capello, uomo duro e spigoloso, che è riuscito a creare un’armonia generale tale da potergli consentire di vincere lo Scudetto. La Roma si propone come una possibile candidata l’anno prossimo, vedrete“.

Anche allora era già spigoloso? E in che modo?
Con i calciatori ha un rapporto un po’ crudo, duro. Come sicuramente avrete letto ha avuto qualche contrattempo con i suoi giocatori, è sempre molto diretto con loro. Pregio o difetto? Per me è un bene, assolutamente. D’altra parte la resa dei giocatori dà ragione a lui. Ogni giocatore con lui è lievitato, l’Atalanta ha fatto delle plusvalenze pazzesche e questo anche e soprattutto grazie al lavoro di Gasperini. Lui ha quel modo di condurre, al di là delle conoscenze e delle capacità di esprimere il lavoro in campo“.

Ha mai avuto qualche scontro con lui?
No, non sarebbe stato facile per lui avere scontri con me. Un dirigente deve supportare il lavoro di un tecnico, deve essere pronto anche a fargli da contraltare. La figura di Ranieri sarà molto importante. Ha dimostrato che col buon senso e col pragmatismo, con una conoscenza delle cose non sbandierata ai quattro venti, si riesce a prendere il meglio dal giocatore. E lui ci è riuscito. Alla fine il ruolo dell’allenatore è quello: il tecnico è bravo quando riesce a tirare fuori il meglio da ognuno dei suoi calciatori. L’allenatore bravo non è quello che vince i campionati, che si vincono per tutta una serie di condizioni. L’allenatore bravo è quello che prende un pezzo di legno e lo fa diventare una statua“.

Questo tipo di visione non è da squadra “provinciale”?
E’ tutto consequenziale. Se ho una squadra di buoni giocatori il segreto non è prenderne altri buoni, ma gestirli bene. Una buona gestione dei giocatori fa sì che un buon calciatore diventi un grande giocatore. Se in un organico ci sono tanti buoni giocatori che diventano grandi giocatori, poi i risultati arrivano: è un’equazione semplice. Non esiste che solo gli ambienti piccoli riescano a fare queste cose. Ovviamente a Roma c’è tutto un intorno, che però va gestito perché contribuisce alla crescita del giocatore. Capello vince perché teneva tutti in pugno, è riuscito a valorizzare al meglio tutti i giocatori. Koopmeiners l’anno scorso era stato uno dei centrocampisti migliori della Serie A, è andato alla Juve ma è stato un flop. E’ un buon giocatore, non è cambiato e una cattiva annata non condiziona il giudizio, ma è stato gestito male“.

Che cosa si aspetta da Gasperini a Roma?
Mi auguro che tutti riescono a supportare il suo modo di vivere, il suo carattere un po’ così. Ma mi aspetto cose buone, ottime. Sarà capace di mettere in campo una squadra di spessore. L’anno prossimo ci sarà anche la Roma. Per che cosa? Per combattere lassù. Anche quest’anno sembrava che l’Atalanta quasi quasi… perché non potrebbe farlo la Roma? Penso che combatterà fino all’ultimo per lo Scudetto“.

Perché Gasperini non si è mai misurato con le grandi piazze?
Perché questo è un mondo particolare. Il più delle volte questo mondo tende a rigettare quelli bravi, come dessero fastidio o ombra. Ricordo che tantissimi anni fa c’era un allenatore molto in auge, non dico il nome però. Aveva allenato sempre squadre piccole in C, B e A. A un certo punto andò in una squadra grandissima. Gli chiesi come mai ci fosse andato, visto che poi andò via in malo modo. Mi disse: ‘Sono andato là, ma tutto l’ambiente trasudava disfattismo. Era impossibile portare avanti idee’. Lo dico, era Corrado Orrico. L’ambiente aiuta e distrugge. Il fatto che Gasperini abbia Ranieri accanto mi auguro che possa essere una bella cartina di tornasole per lui e che possa mettere al 100% a frutto le sue caratteristiche. Se ci riesce, Gasperini farà grande la Roma. Secondo me è da apprezzare che, dopo 9 anni all’Atalanta, se ne sia andato via dal sicuro. L’età conta relativamente, contano entusiasmo e passione“.

E come mai è riuscito a vincere “solo” un’Europa League?
Una volta che all’Inter non è andata ha fatto una scelta, ha deciso di fare calcio in provincia. Forse non ha avuto possibilità ulteriori, forse è stato etichettato subito. Ora dopo tanti anni di buoni risultati e grandi numeri ha avuto l’offerta dalla Roma e da altre. E da uomo si va a confrontare con una grande piazza. Nel calcio non vengono ricordati solo quelli che vincono, ma quelli bravi. Mi è capitato di fare questo discorso con Zaccheroni, quando lo portai all’Udinese e dopo poco lo volevano tutti: lui voleva andare in una grande per vincere, gli chiesi che cosa fosse vincere“.

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