Giuseppe “Beppe” Iachini, ex allenatore tra le altre anche del Sassuolo, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7 alla vigilia della sfida tra neroverdi e Roma. Ecco, di seguito, le sue parole:
Le piace la Roma di Gasperini?
“Direi che è il progetto giusto. Se ci aspettiamo che Gasperini, come arrivi a Roma, possa andare a sopperire alle difficoltà offensive è una cosa diversa. La squadra è partita bene, con un allenatore nuovo e una filosofia di calcio diversa fatta da intensità, 1vs1, pressione a uomo e attacco agli spazi. Ci deve essere sempre una grande condizione fisica e mentale e davanti ci devono essere i ricambi. E’ lì che ha giocato i suoi campionati. Nelle ultime partite i risultati non sono stati positivi, ma questo fa parte di un percorso. Purtroppo sul mercato a Roma non si è potuto tanto operare, ma con qualche acquisto in più davanti magari si potevano avere idee diverse e fin da subito un campionato da alto spessore e una lotta ai primissimi posti. Poi si è fatto male Dybala, ora si sta riprendendo: è un giocatore troppo importante per la Roma, può cambiare le sorti della squadra. Se io sono difensivista? No. A Sassuolo sono subentrato che eravamo al penultimo posto e poi siamo arrivati decimi, con una media da 1.90. Da Europa“.
Quale è il problema lì davanti?
“A volte si dice che sono momenti, ma la Roma crea e tira in porta. Rischia anche molto meno secondo me la Roma di quest’anno, rispetto all’Atalanta degli anni passati con Gasperini. La Roma concede poco e crea, ma non riesce a concretizzare le azioni e la mole di gioco che produce per andare a fare gol. Nel calcio devi concretizzare e metterla dentro. E’ vero, allo stesso tempo, che a Gasperini sta mancando qualcosa che sarebbe potuta arrivare da mister Ranieri o dal direttore Massara. Purtroppo non ce n’è stata la possibilità, i risultati iniziali lo hanno fatto dimenticare. Diamo tempo e modo ai giocatori“.
Che cosa ne pensa di El Aynaoui?
“La Roma ha preso giocatori giovani che nell’ottica del club devono crescere con il lavoro del loro allenatore. Gasp ha già valorizzato il materiale che la società mette a disposizione, ma ci vuole pazienza. La Roma è una grandissima squadra, una grandissima piazza, e si vuole vincere. Ma un conto è prendere Modric, Rabiot, Lautaro e un conto è prendere dei giovani: nel primo caso è giusto che ci si aspetti di vincere tutte le partite, nel secondo bisogna avere pazienza. Soulé per esempio l’anno scorso ha fatto un po’ di fatica, quest’anno sta riuscendo anche a determinare. Serve pazienza, ora questo è il progetto: poi i risultati arriveranno sicuramente. Mi sembra eccessivo, però, che si pretenda di vincere subito tutte le partite. In avanti ci sono Dovbyk e Ferguson, soprattutto Ferguson è giovane e ha bisogno di tempo e fiducia. Ho avuto tanti giovani, da Icardi a Dybala: bisogna aspettarli“.
Che cosa ne pensa di Ranieri?
“Sono stato capitano di mister Ranieri alla Fiorentina, potete immaginare la mia stima nei suoi confronti. Anche lui in carriera ha valorizzato i giovani e ha cambiato ruolo ad alcuni giocatori, avendo ragione. Capita nella storia di ogni allenatore di poter andare a vedere una storia diversa per un singolo giocatore, lui li allena e valuta nella loro crescita la possibilità di poter fare più di un ruolo. Oggi con i cinque cambi è importante anche dare questo tipo di opportunità alla squadra. La palla di vetro non c’è, però sono valutazioni che ogni tecnico in settimana prova e valuta“.
Quanta pazienza serve, invece, tra allenatore e direttore sportivo?
“Io in oltre 20 anni ho avuto qualche veduta diversa, è normale. Soprattutto se caratterialmente si tratta di allenatori che vogliono sempre vincere e mettono davanti il bene della squadra. L’allenatore cerca di parlare con il direttore sportivo in maniera corretta, poi a volte bisogna fare di necessità virtù. Quest’anno la Roma è stata bloccata per diversi motivi, in questo caso puoi fare poco sia come direttore sportivo sia come allenatore. L’unica cosa che puoi fare è tirare fuori il meglio dai giocatori che hai e farli crescere“.
Che cosa c’è nel futuro di Iachini?
“Ci sono state delle opportunità, aspettiamo quella giusta. Italia o estero? Non faccio tante differenze, ho fatto un corso d’inglese perché si cerca sempre di girare e aggiornarsi. Se ci saranno delle opportunità si valuteranno nella maniera opportuna, ma ci deve essere un progetto tecnico e tattico da condividere. Altrimenti preferisco aspettare e declinare“.



