Filippo Galli, ex difensore del Milan, oggi allenatore e dirigente, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7. Di seguito le sue parole a poche ore dal big-match di San Siro tra Milan e Roma:
Leggenda del Milan, ma un ramo della sua famiglia è della Roma: sta diventando anche lei un po’ romanista?
“Sono milanista, per carità, da quando avevo 6 anni. Ma all’Olimpico si vivono emozioni incredibili, l’inno cantato da tutto lo stadio dà emozioni uniche. Ultimamente ci sono capitato poco allo stadio, ma ricordo che un tempo c’era un rapporto diretto con i tifosi e questo suscitava emozioni incredibili. Penso che in passato gli stadi fossero ancora più caldi“.
Che Milan troverà la Roma a San Siro?
“Quello dell’altra sera, contro l’Atalanta, mi è sembrato un Milan un po’ scarico rispetto alle ultime domeniche. La mancanza di Rabiot e Pulisic non hanno permesso di fare un certo turnover, quindi vedo un Milan un po’ affaticato. Leao è sempre un po’ incostante, Gimenez invece è il peggior avversario di sé stesso: non riesce ad andare in gol e ha problemi emotivi, psicologici, che non gli permettono di stare sereno e fare ciò che potrebbe fare. Il Milan non gode dei favori del pronostico, considerando anche che la Roma è prima in classifica. La Roma è forte, sta crescendo tanto sotto il profilo della proposta del gioco. Anche loro però hanno un problema del gol, nonostante Dovbyk abbia segnato nell’ultima partita“.
Che cosa ha portato Allegri in rossonero?
“La solidità difensiva, sicuramente. Il Milan ha un baricentro piuttosto basso che aiuta a consolidare l’aspetto difensivo, ma la squadra poi è aggressiva in avanti. La difesa della Roma è la migliore, ma anche il Milan è lì vicino. L’anno scorso sembrava potessi perdere con tutti, quest’anno invece sembra che possa vincere con tutti. Poi ovviamente non va sempre così. Anche contro il Pisa, però, il Milan l’avrebbe potuta chiudere: non lo ha fatto, il Pisa è passato in vantaggio e i rossoneri l’hanno pareggiata a tempo scaduto. La fase peggiore? Forse ancora oggi il Milan ha difficoltà a fare la partita, ma contro la Roma mi aspetto che entrambe le squadre vogliano fare bene. L’altro giorno ho visto Mancini della Roma, mi sembrava il Bastoni dell’Inter grazie allo spostamento effettuato da Gasperini. Anche davanti la Roma ha giocatori di talento, anche con l’attacco leggero“.
Che cosa blocca un attaccante come Dovbyk o Gimenez?
“Quando si parla di complessità del calcio si parla di qualcosa le cui componenti riguardano tutti i calciatori, non solo gli attaccanti. Le difficoltà non sono dovute solo all’aspetto tecnico, ma anche a quello emotivo o personale. E’ indubbio che in questi casi qualcosa non stia andando. C’è bisogno di tempo, sappiamo che è poco però… Allegri ha continuato a dare fiducia a Gimenez“.
Le piace Gasperini? Le sembra diverso rispetto all’Atalanta?
“Gasperini mi sembra un allenatore un po’ spigoloso, vedendolo da fuori, ma è un grande professionista e calcisticamente è preparato. Ha un’idea di gioco ben precisa, con uno stile di gioco che l’accompagna, e sa come ottenere le cose dai propri giocatori. Può volerci più o meno tempo a seconda del contesto, ma conosce la strada. Poi ovviamente bisogna essere in contatto con i giocatori. Spigoloso quanto Capello? No, forse Capello era anche peggio“.
Come valuta l’approccio di Modric al campionato italiano?
“Straordinario. Credo che a Modric vada fatto un monumento. Nelle ultime due partite ha mostrato un calo, con qualche errore, ma è un giocatore che vede il calcio prima, viene fuori da situazioni complesse e pulisce i palloni sporchi. Il Milan non ha le Coppe, ma giocando anche l’infrasettimanale non ha praticamente mai staccato. Certamente forse avrebbe avuto bisogno di qualche stop in più…“.
Non c’è una percezione, nel calcio moderno, che si privilegi più la tattica e la preparazione atletica rispetto alla tecnica?
“Io non dividerei queste tre parti, non ha più senso con le conoscenze che abbiamo oggi. La tattica già nell’1vs1 o nel 2vs1 è già presente. La tecnica non è un obiettivo ma un fine, per risolvere una situazione di gioco. Oggi abbiamo altre conoscenze e paradossalmente la tecnica puoi allenarla solo nel gioco, in cui rientra anche la tattica. Ogni gesto va ripetuto in un determinato contesto, non separerei le due cose“.



