ESCLUSIVA Tele Radio Stereo – De Biasi: “Gasp sta facendo benissimo, scelta ottima di Ranieri. L’Italia non è così scarsa come viene dipinta…”

Gianni De Biasi, ex centrocampista oggi allenatore ed ex C.T. in ultimo dell’Azerbaigian, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7 parlando anche della Roma, di Gasperini e ovviamente dell’Italia. Queste le sue parole:

Quanto è surreale la situazione dell’Italia nelle qualificazioni ai Mondiali?
Questo è un momento un po’ di impasse, non siamo l’Italia che ha vinto nel 2006 ma siamo sicuramente una squadra con buoni giocatori, anche se avvolta da negatività e mancanza di fiducia. Secondo me la sfiducia non dovrebbe esserci: guardate in porta chi c’è, in difesa ci sono giocatori anche di esperienza che giocano in Champions League e possono dire la loro, a centrocampo ci sono giocatori di gamba e duttilità. Davanti non avremo Totti e Baggio, però… L’ammantarci di negatività non ci dà una mano, ma possiamo battere la Norvegia e vincerle tutte da qui alla fine. La differenza reti purtroppo ci penalizza, è una situazione abbastanza particolare…“.

L’ha stupita la chiamata di Gattuso sulla panchina azzurra?
Spalletti è arrivato in Nazionale meritandola, aveva fatto risultati e aveva accumulato esperienza. Secondo me Gattuso è arrivato presto in Nazionale, ha tante caratteristiche che possono piacere ai più ma anche lui tra 10 anni quando si riguarderà indietro dirà ‘potevo fare meglio qui o lì’. Si chiama esperienza, la fai anche sulla tua pelle facendo meno bene di quello che potevi fare. Caratterialmente riesce a trasmettere una giusta determinazione alla squadra, ha vissuto a Coverciano per anni e in questo momento particolare penso sia stata una scelta obbligata da parte della Federazione“.

Stiamo ancora pagando il ricambio generazionale del 2006, nonostante l’Europeo del 2020? Potremmo nuovamente vedere un’Italia vincente in un torneo importante?
Secondo me non siamo così scarsi come ci dipingono. Potremo fare bene anche in queste qualificazioni. Speriamo di aver un play-off abbordabile se non dovessimo andare su direttamente, man mano che passi il tempo anche Gattuso potrà trovare gli equilibri migliori tra i vari giocatori a disposizione. Incontrandosi una volta ogni tot c’è la possibilità di non avere sempre lo stesso gruppo, ma è parte del lavoro da C.T. Dobbiamo essere un po’ più fiduciosi e guardare avanti con serenità, ci sono anche tanti giovani che stanno spingendo dietro: più di qualche anno fa. Nel 2016 sono stato lì lì per prendere in mano la Nazionale dopo aver portato l’Albania all’Europeo in Francia, probabilmente ci sono delle cose che sfuggono al ragionamento normale…“.

Come vede l’inizio di Gasperini a Roma?
Mi fa piacere vedere Gasperini a Roma, la scelta è stata di Ranieri e credo che abbia scelto una persona che poteva andare avanti sul discorso che aveva iniziato lui nei mesi precedenti. Avete visto che pur avendo più di 70 anni, per non dire l’età giusta che conosco molto bene visto che siamo stati compagni di squadra, Ranieri ha fatto qualcosa di straordinario l’anno scorso a Roma e voleva lasciare la squadra nella mani di un allenatore che avesse le capacità ma anche una maturità per gestire situazioni che a Roma sono difficilmente gestibili se le cose partono con il piede sbagliato. Gasperini ha esperienza, sta facendo benissimo e gli auguro di fare il meglio fino alla fine. C’è un metodo di lavoro, niente viene inventato: ci si arrampica solo sui valori del lavoro e sulle persone a disposizione, cercando di tirare fuori il meglio da ognuno e pensando solamente a giocare a calcio. Credo che la Roma abbia un buon gruppo di giocatori che si stanno affermando, qualcuno anche giovane e di prospettiva. Qualcosa in avanti che non gira c’è…“.

Che succede a Dovbyk?
E’ bravo nei rigori ho visto… Non so se sia scarso sinceramente, qualcosa ha dimostrato ma in questo momento come spesso e volentieri capita a qualche attaccante non è in piena forma. Ma anche Kean è un altro giocatore rispetto all’anno scorso, è meno brillante. Capita agli attaccanti vivere momenti meno prolifici, l’unica soluzione è lavorare e sentire la vicinanza dell’allenatore“.

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