Per Paulo Dybala il copione sembra sempre lo stesso: il momento migliore, giocate di classe, poi l’ennesimo stop, magari effettuando un gesto ripetuto mille volte come calciare un rigore. Con l’infortunio accusato a San Siro, la conta degli incidenti muscolari da quando la “Joya” è arrivata a Roma sale a 19. Una cifra impressionante che racconta la fragilità fisica di un talento purissimo, troppo spesso costretto a fermarsi proprio quando il suo calcio tocca l’apice e sembra aver trovato una soluzione definitiva ai suoi mali.
Il rigore fallito contro il Milan, costato lo 0-1 finale, è stato solo il preludio alla notizia peggiore: un nuovo problema muscolare che lo terrà fuori almeno fino alla prossima sosta. Un destino che si ripete e che, per la Roma, apre scenari delicati.
Mezza Roma senza Dybala
I numeri sono impietosi: negli ultimi 3 anni Dybala ha saltato il 50% delle partite disputate dalla Roma. Una costanza di assenze che pesa non solo in campo ma anche nelle scelte di programmazione. L’argentino resta il giocatore più decisivo e imprevedibile della rosa, ma la sua discontinuità fisica rischia di diventare un tema centrale nelle valutazioni del club.
Il rinnovo in bilico: talento o affidabilità?
Il nodo è proprio questo. La Roma, inizialmente, era orientata a proporre un rinnovo pluriennale, con lo stipendio spalmato su più stagioni. Tuttavia, prima di mettere nero su bianco, la dirigenza voleva monitorare la tenuta atletica del giocatore, che sotto la guida di Gasperini era apparso rigenerato.
Il nuovo stop, però, cambia le prospettive. All’interno del club si aprono riflessioni e, inevitabilmente, si divide anche la piazza: da un lato chi considera Dybala imprescindibile anche a mezzo servizio, dall’altro chi invoca una maggiore affidabilità fisica da parte di chi veste il numero 21.
La Roma ora deve scegliere
Quella della Joya è una storia di talento e fragilità che continua a intrecciarsi con il destino della Roma. Ogni volta che Dybala torna, la squadra ritrova luce e ispirazione; ogni volta che si ferma, riaffiorano le stesse domande.
Ora, con il diciannovesimo stop alle spalle, il club dovrà decidere se continuare a credere in lui come perno tecnico del progetto o se iniziare a programmare diversamente il futuro.



