Intervenuto ai nostri microfoni, all’interno della trasmissione “Te la do io Tokyo”, l’indimenticato “Pluto” Aldair, fresco 60enne, tra i vari temi trattati si è soffermato sulla lunghissima esperienza vissuta alla Roma senza, però, tralasciare l’attualità giallorossa. Queste le sue parole:
Che idea si è fatto di Wesley?
“Nel Flamengo l’ho visto spesso. Non è facile abituarsi al calcio italiano, ci ho parlato e, all’inizio, aveva le gambe imballate per gli allenamenti. Ora lo vedo bene, è bravo soprattutto in fase di spinta. Deve soltanto imparare a difendere”.
Che cosa pensa della Roma di Gasperini?
“La Roma non ha fatto grandi partite, ma porta sempre il risultato a casa. Vuol dire che ha carattere e ci crede sempre. Non è facile per un allenatore arrivare a Roma e ottenere risultati dopo pochi mesi. Le punte? Manca il loro supporto, bisogna segnare di più”.
Dicevano che detestava Zeman, è vero?
“Sono stato da lui sabato scorso, sta meglio e sono contento. Questo discorso è uscito un po’ con tutti gli allenatori che ho avuto. Magari pensavamo qualcosa di diverso sul modo di giocare ma ci siamo sempre rispettati”.
Si è mozionato per il tributo ricevuto dall’Olimpico per i suoi 60 anni?
“Il mio legame con i tifosi della Roma è forte, ho passato tanti anni qui. Il rispetto che ho avuto con la curva e con il club porta i tifosi ad amarmi. Sono passati 22 anni da quando ho smesso, ma ho provato tanta emozione domenica. Se restavo lì un altro po’ scoppiavo a piangere”.
Poteva vincere di più a Roma: è d’accordo?
“Quando ci troviamo tra ex compagni lo diciamo sempre. In due o tre stagioni potevamo vincere lo scudetto. Penso ad esempio al 2002, siamo arrivati a un punto. Abbiamo sbagliato 2-3 partite che non dovevamo sbagliare. Speriamo che la Roma di oggi non faccia come noi contro le piccole”.
Qual è stata la Roma più forte in cui ha giocato?
“Quella di Capello sicuramente. Prima di lui faticavamo tanto, ci sono stati 7-8 anni difficili”.
Quando si è capito che era l’anno giusto per lo Scudetto?
“L’eliminazione dalla Coppa Italia e la contestazione ci hanno dato la spinta. La squadra ogni domenica era sempre più convinta. La mentalità di Capello è stata fondamentale”.
È vero che Mazzone la stava per vendere all’Inter al posto di Festa?
“Sì, è vero. Ma sono cose passate. Anche con Zeman stavo per andare all’Inter, ma per fortuna sono rimasto”.
Il più forte di testa?
“Batistuta aveva un ottimo tempo e una potenza incredibile”.
Il suo compagno fisicamente più forte?
“Candela, che fisico!”.
Il più veloce?
“Caniggia era rapidissimo”.
Quello che copriva meglio il pallone?
“Emerson, senza dubbio”.
Il più intelligente tatticamente?
“Direi Tommasi”.
Quello col dribbling migliore?
“Non ne abbiamo avuti tanti, penso sia stato Cafu”.
Il più tecnico?
“Cassano, peccato fosse matto. Rispettava poco i giocatori più grandi. Mi chiamava vecchio, trattava male anche Batistuta e Totti”.
Quello col tiro più forte?
“Totti tirava forte da tutte le parti”.
Mexes o Manolas?
“Mexes”.
Mexes o Zago?
“Zago”.
Zago o Chivu?
“Zago”
Zago o Benatia?
“Zago”.
Zago o Mancini?
“Mancini è forte, ma scelgo Zago”.
Zago o Marquinhos?
“Zago. Marquinhos era molto giovane quando giocava qui”.
Zago o Rudiger?
“Continuo con Zago, tutti e due menavano…”.
Zago o Juan?
“Ancora Zago”.
Zago o Samuel?
“In questo caso devo dire Samuel”.
Samuel o Aldair?
“Sempre Walter (Samuel, ndr)”.



