ROMA - L’Inter suona la nona e veleggia a tutta birra verso il tricolore. La nona vittoria di fila in campionato, conquistata su un campo difficile come quello del Dall’Ara di Bologna, porta la firma del solito Lukaku, protagonista del match con la sua rete numero 20 in campionato, un traguardo tagliato per la seconda stagione di fila (nella storia interista c’erano riusciti solo altri sei giocatori). Era dal 2007 che i nerazzurri non vincevano così tante gare in sequenza. Ma l’1-0 in casa Mihajlovic lancia segnali chiarissimi al campionato, ormai arrivato sul rettilineo finale.  La squadra di Conte ha raggiunto una consapevolezza di sé straordinaria e ormai difficile da scalfire. Cinica, solida oltre misura, determinata: l’Inter di Conte ha maturato una personalità simile a quella del proprio allenatore dimostrando anche intelligenza nel saper gestire la gara senza crollare mai per poi portare a casa la vittoria pungendo al momento più opportuno. E’ stato così anche stasera: mezz’ora di studio, poi il gol decisivo di Lukaku. Dopo il vantaggio solo una gestione lucida delle energie e della partita. Con l’1-0 di Bologna l’Inter allunga a +8 sul Milan (e +12 sulla Juve!) con una partita ancora da recuperare (mercoledì contro il Sassuolo). Undici punti potenziali dal Diavolo primo inseguitore che potrebbero mettere una seria ipoteca sullo scudetto.

Le scelte di Conte e Mihajlovic

 

Conte non può contare su D’Ambrosio, Kolarov e Perisic. In difesa c’è Ranocchia al centro al posto di De Vrij mentre sull’esterno sinistro agisce Young. Problemi anche per Mihajlovic che non può contare su Mbaye, Medel, Santander e Skorupski, positivo al Covid. In porta c’è Ravaglia con Skov Olsen preferito ad Orsolini.

Primo tempo, c'è solo la fiammata decisiva di Lukaku

Il primo tempo viaggia sull’equilibrio pressoché totale in campo. Il Bologna spinge con coraggio - soprattutto sugli esterni - ma la retroguardia di Conte chiude tutto. I nerazzurri aspettano e ripartono ma Lukaku e Lautaro non trovano spazi in cui filarsi. Si gioca con la massima prudenza, cercando di rischiare il meno possibile. A pagare il prezzo più caro di tutta questa accortezza sono le occasioni da gol che  scarseggiano. Al primo affondo, però, l’Inter passa. Dopo una mezz’ora di noia e sbadigli uno scambio sulla sinistra con Young permette a Bastoni di crossare un pallone teso nel mezzo sul quale si avventa Lukaku di testa: Ravaglia salva come può ma sulla ribattuta il belga non perdona infilando il ventesimo centro in campionato.  E’ l’1-0 che rompe l’equilibrio e regala finalmente una scossa d’adrenalina. Tre minuti dopo gli ospiti sfiorano il raddoppio ancora con un colpo di testa di Ranocchia, a lato di un soffio. Il Bologna non riesce a reagire e perde anche la vivacità dimostrata nella prima parte della sfida. Mihajlovic è costretto a bruciare un cambio per l’infortunio di Tomiyasu, sostituito da De Silvestri. L’Inter sorride e gestisce senza correre pericoli fino alla fine del primo tempo.

Inter, gestione senza ansia

Il Bologna torna in campo con molta più energia e sfiora subito il pari con una conclusione dal limite di Sansone alta di poco. La risposta dell’Inter è immediata con un tiro a giro di Lautaro dal limite che si stampa sul palo. La partita è decisamente più gradevole grazie ai continui cambi di fronte. Il problema del Bologna è che riuscire a scardinare i perfetti equilibri difensivi dell’Inter di Conte è una missione ai limiti dell’impossibile. Sansone ha un’altra buona chance con un tiro al volo al 64’ ma Handanovic si dimostra reattivo e pronto. Conte e Mihajlovic danno il via alla giostra dei cambi con Svamberg e Vignato da una parte e GagliardiniSanchez e Darmian dall’altra. L’Inter gestisce il risultato, provando a risparmiare energie per la sfida di recupero di mercoledì contro il Sassuolo, il Bologna resta in partita ma non trova più la spinta lucida di inizio ripresa. La stanchezza di fa sentire e il calo di ritmo permette a Conte una gestione senza ansie eccessive del match. Al triplice fischio Lukaku e compagni possono festeggiare. Di motivi ne hanno fin troppi. Questa Inter sa solo vincere.