Tutti sotto esame. Dall'amministratore delegato Guido Fienga all'ultimo dei dipendenti. Uniche eccezioni, il General Manager Tiago Pinto, Stefano Scalera dirigente con delega ai rapporti istituzionali, Francesco Pastorella direttore di Roma Department, ma per il semplice fatto che sono arrivati solo da una ventina di giorni e sono espressione diretta della nuova proprietà. Proprio quest'ultimo concetto, è un punto focale per provare a immaginare uno scenario futuro, considerando che questa Roma, in larghissima parte, negli uomini è ancora quella di Pallotta. Da quasi cinque mesi i Friedkin sono sbarcati a Roma. E in questo tempo hanno cominciato a capire e conoscere le dinamiche di una società di calcio, dipendenti compresi. Avendo sempre scelto la riflessione piuttosto della fretta, stanno valutando, settore per settore, come e dove intervenire.

 

 

 

Anche in questo supportati da Tiago Pinto che è e sarà il loro braccio operativo. Da qui a giugno non è da escludere che possano esserci nuovi cambiamenti. Dai massimi dirigenti al settore commerciale, dallo staff tecnico al reparto media. Quest'ultimo, anzi, sembra essere quello più a rischio in fatto di cambiamenti. La televisione e la radio giallorosse, peraltro, nel prossimo giugno dovranno fare i conti con la scadenza del contratto con Sky, contratto che fino a quella data garantirà i costi. A fronte di un addio di Sky, è possibile che sia deciso un ridimensionamento delle spese e, di conseguenza, del personale.

 

I Friedkin stanno studiando molto attentamente anche il settore giovanile e la squadra femminile. Due settori, peraltro, a cui tengono moltissimo. I giovani perché possono rappresentare un investimento per la prima squadra ma anche una fonte di incasso con le cessioni (basta guardare al passato per rendersene conto). Le donne perché, oltre a costituire un costo che si può detrarre dal fair play (questo vale anche per le giovanili), fanno parte della cultura americana dello sport, basti dire che le università a stelle e strisce prima di poter avere una squadra maschile, in qualsiasi sport, ne devono garantire una femminile.
La nuova proprietà sta valutando tutto, massimi dirigenti compresi. L'ad Guido Fienga rimane saldo al suo posto, anche se l'arrivo di Tiago Pinto ne ha ridimensionato l'operatività a trecentosessanta gradi. Ma i Friedkin contano su di lui soprattutto per quel che riguarda il nodo dei diritti tv. Ieri Fienga, nell'assemblea di Lega, è stato eletto nel board della Media Company che dovrà massimizzare i diritti tv (gli altri eletti sono stati Agnelli, De Laurentiis, Campoccia e Fenucci). Elezione che ne rinforza la posizione. Almeno fino alla firma per i soldi delle televisioni.