Anche un club come il Barcellona, il più ricco nel mondo, in base all’ultima classifica relativa ai fatturati (959 milioni), sta vivendo una preoccupante crisi finanziaria. La pandemia ha polverizzato i ricavi, come è emerso ieri durante un consiglio di amministrazione convocato d’urgenza. Dopo le dimissioni del presidente Josep Maria Bartomeu, la gestione del club è nelle mani di Carles Tusquets, che ha chiesto ai giocatori di accettare una drastica riduzione degli ingaggi. “Per arrivare a un pareggio di bilancio, occorrerà fare sforzi per 300 milioni”: una cifra stimata in base alla paralisi prodotta dal Covid che ha azzerato anche le fonti di guadagno legate al Camp Nou, al botteghino, agli store ufficiali e al museo.

Un danno difficile da arginare. Il braccio di ferro con i sindacalisti della squadra prosegue da diversi giorni. Il Barcellona vuole ridiscutere tutti gli ingaggi. L’unica eccezione riguarda Leo Messi. C’è poco tempo, le scadenze impongono una soluzione entro la metà di novembre. Tusquets chiede condivisione e senso di responsabilità: “La situazione è complessa, abbiamo la necessità di ridurre le spese”, ha sottolineato l’uomo che governerà il Barcellona fino all’elezione del nuovo presidente, in programma il 15 marzo. I primi giocatori a rinegoziare i loro contratti sono stati Piqué, Lenglet, Ter Stegen e De Jong. I colloqui privati proseguiranno anche oggi e domani.