lasciarla senza avere reso quel che la (sua) Forza prometteva, o faceva intravedere: dalla Fiorentina (49 gol in 108 presenze) alla Juve (23 in 63) è calata la magia di un centravanti che, in quel sorprendente gennaio 2022, smuoveva paragoni da All star game (tra Batistuta e Trezeguet). Subito scoppiettante — fece centro nell’esordio di campionato e Champions — è finito inghiottito dal lato oscuro di una stagione sempre più cupa.

Come sempre succede in questi casi, le colpe del singolo si mischiano con i peccati della squadra: a maggior ragione per un progetto di grande bomber, che ha bisogno di munizioni. Si deduce che gli ingranaggi predisposti da Vincenzo Italiano alla Viola ne fornissero di più, o di miglior qualità, rispetto al mood assecondato da Massimiliano Allegri. Hanno fatto il resto alcuni confronti con l’allenatore bianconero, anche a volume alto. Del resto, già durante lo shopping invernale, alle orecchie del suo agente, Darko Ristic, erano arrivate proposte dalla Premier (Chelsea, United, Arsenal). Ha lasciato correre, intuendo che l’estate avrebbe potuto portare un’offerta più adatta, tecnicamente anche. Come quella del Bayern, che a metà stagione non era pronto a stravolgere i piani, mentre ora può ripianificare, seguendo le indicazioni di Thomas Tuchel.

Davanti al no di Harry Kane, e al prezzo folle fissato dall’Eintracht Francoforte per Randal Kolo Muani (120 milioni), il Gran casato di Baviera ha pronta la busta per Vlahovic: 60 milioni di euro (bonus compresi), e quindi molto distante dagli 80 chiesti dalla Juve. L’impressione però, come già fu con De Ligt, è che l’affare si possa fare. A meno che dall’Inghilterra, dove pure un intermediario ha annodato contatti, non arrivi una proposta fuori mercato.

Con in ballo l’addio al serbo, alla Continassa si riflette su Hojlund, anche se l’Atalanta lo quota modello mercato diamanti di Amsterdam (50 milioni). Sempre nel reparto attaccanti, entro il 10, la Juve dovrà decidere pure sul riscatto di Milik: in caso contrario, tornerà a Marsiglia. Dove, ieri, Igor Tudor ha salutato i suoi giocatori: «Me ne vado». Non alla Juve, al momento, anche se i bianconeri l’avevano sondato, come pure ha fatto l’Atalanta. Madama deve prima decidere cosa fare con Allegri, forte di altri 2 anni di (oneroso) contratto: s’annunciano decisive, già la prossima settimana, le chiacchierate con il club e la proprietà. Detto che il capo dell’area sportiva, Francesco Calvo, ha un piano B, il divorzio resta improbabile senza una risoluzione consensuale. Dovrà essere la settimana buona anche per l’arrivo del nuovo d.s.: da Cristiano (Ronaldo) a Cristiano (Giuntoli), di questi tempi, saper segnare conta meno di saper scegliere, la squadra che verrà.