José Mourinho ha perso la prima finale della carriera. Nel modo più amaro, ai rigori. The Special One nel momento di tristezza prende uno a uno i suoi giocatori e li accarezza, li abbraccia, li consola, prende per mano Bove, come un padre col figlioletto. Poi li riunisce e gli parla. "Stiamo qui, stiamo uniti" gli dice. Li guarda negli occhi, scappa qualche sorriso. Tutti lo ascoltano, quasi religiosamente, in silenzio. Sono tutti lì, in un cerchio purtroppo non magico. Non sono attimi, è una vita, per tutti, anche per lui. Uno, due, tre minuti. "Avete giocato una grande partita, vi ha visto tutta l'Europa" gli dice.

E poi via, ad applaudire i tifosi giallorossi. Che ha sempre citato, in ogni momento della stagione, chiamandoli a raccolta quando serviva, ringraziandoli, dicendo più volte che se vinceva, era per loro che lo faceva. Gonfia le guance per trattenere le lacrime ma gli occhi sono lucidi. Special sì, ma in carne e ossa. Chissà se era un addio. Chissà se lo ha detto alla squadra in quel cerchio. Lo applaudono anche i tifosi del Siviglia, a scena aperta. Poi va da Mendilibar, l'autore del capolavoro, l'uomo che ha cambiato la sua storia e quella del Siviglia. Poi si avvia verso il palco per la premiazione e parla ai microfoni di Sky: "Ho detto che saremmo usciti con la coppa o morti. Siamo usciti morti di stanchezza fisica, mentale e perché pensiamo il risultato sia ingiusto. Ci sono stati tanti episodi dubbi, tante cose da rivedere. Ma è quello che ho detto alla squadra; siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto. Puoi perdere la partita ma non la tua dignità, professionalità. Ho vinto 5 finali europee, questa l'ho persa eppure non sono mai tornato a casa più orgoglioso di questa volta. Abbiamo dato tutto in stagione".

POLEMICA CON L'ARBITRO

   

"Le lacrime di Dybala? Siamo tutti attaccati alla maglia, alla nostra natura, prendiamo le cose con serietà, umiltà, lavoriamo tanto e diamo tutto quello che abbiamo, ognuno reagisce in modo diverso. C'è chi piange, altri no. Ma la verità è che siamo tutti tristissimi. Torniamo a casa morti per un' ingiustizia. Ma è stata una grande partita, una grande finale, intensa maschia. L'arbitro sembrava spagnolo, tanti gialli. E poi quando ce ne voleva un secondo per Lamela, non l'ha tirato fuori. E lui ha poi segnato uno dei rigori. E' un'ingiustizia. Visto che è tanto bravo speriamo l'anno prossimo faccia tutte le sue cagate in Champions e non arbitri in Europa League".

 

IL FUTURO 

 

Si tocca poi il tasto più delicato, quello del futuro di Mou: "Vado in vacanza lunedì, fino a lunedì c'è tempo per parlare con la società, altrimenti si vedrà dopo. Devo lottare per questi ragazzi e vuol dire anche non dire obbiettivamente che rimango. Sono un uomo serio, ho detto alla proprietà qualche mese fa che se avessi avuto contatti con altri club sarebbero stati loro i primi a saperlo, non farei nulla di nascosto, sono diretto e onesto. Ho parlato a dicembre con la nazionale portoghese, poi non ho avuto nessun altro contatto. Ho ancora un anno di contratto con la Roma, la situazione è questa". C'è un però: "Però sono stanco di fare tutto io, di fare anche l'uomo comunicazione, di metterci sempre la faccia...".