Il Barcellona è attentamente monitorato dall’Uefa e in Spagna ipotizzano un’esclusione dei blaugrana dalle coppe europee. Come è ormai noto, il club è accusato di aver pagato profumatamente José Maria Enriquez Negreira, ex vicepresidente del comitato tecnico degli arbitri in Spagna. Ed è per questo motivo che il massimo organismo continentale ha avviato un’indagine contro i blaugrana e, in questa direzione, i catalani rischierebbero la pesante sanzione.

Uno scenario che, però, il Barça sembra essere pronto a fronteggiare con una richiesta multimilionaria alla Uefa di ben 100 milioni di euro. Anche perché in questa inchiesta sarebbe determinante la decisione della giustizia spagnola che, a processo, sarà chiamata a valutare eventuali violazioni penali nel caso Negreira. Qualora queste non dovessero essere riscontrate, la Uefa non potrebbe opporsi alla giustizia spagnola e, pertanto, rischierebbe di dover risarcire il Barcellona.

Perché proprio 100 milioni? È un risarcimento valutato in base all’importo che il club riceve per ogni partecipazione alla Champions e ai danni relativi agli sponsor e al merchandising. A differenza del campo, dove i blaugrana sono primi in Liga a più 12 sul Real Madrid, fuori dal rettangolo verde la partita è più aperta che mai. La vicenda è intricata.

A inizio marzo lo scandalo Barçagate si era allargato, quando era spuntato un altro messaggio inviato al Barcellona da Enriquez Negreira: «Posso aiutarvi con la Var, se siete interessati contattatemi», aveva rivelato El Mundo, quotidiano del gruppo Rcs. Da ricordare che qualche settimana fa era spuntata una lettera segreta, datata dicembre 2018, nella quale sempre Negreira chiedeva al Barcellona un pagamento di quasi 300mila euro per il periodo giugno-dicembre del 2018. Ossia quando il club catalano aveva deciso di non avvalersi più della consulenza con il vicepresidente degli arbitri, che proprio a giugno aveva chiuso il suo rapporto con la Federcalcio. Il burofax (strumento usato in Spagna per l’invio di documenti ufficiali) è datato 3 dicembre 2018, prima di quello rivelato sempre da El Mundo e che ha di fatto scatenato lo scandalo. Insomma, la situazione è delicata.