Le passività correlate alle manovre stipendi «avrebbero dovuto essere iscritte nel bilancio al 30 giugno 2020» e in quello dell’esercizio successivo: è la valutazione alla base del «giudizio con rilievi» contenuto nella relazione al progetto di bilancio della Juve firmato dalla società di revisione Deloitte. Giudizio condiviso dal collegio sindacale: le manovre stipendi, avevano «l’obiettivo, nella sostanza, di differire il pagamento di prestazioni già rese». Opposta la visione del club: «I rilievi della società di revisione si basano su interpretazioni e applicazioni di regole contabili e giudizi e valutazioni che Juventus non condivide, anche tenuto conto degli ulteriori approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla società sulla base di pareri rilasciati da esperti indipendenti». Quindi: «Juventus continuerà a collaborare e cooperare con le autorità di vigilanza e di settore impregiudicata la tutela dei propri diritti in relazione alle contestazioni mosse contro i bilanci e i comunicati della società da Consob e Procura».

 

Tutte le criticità

Perché poi, i rilievi contabili arrivano sulla scia delle criticità evidenziate dall’autorità di vigilanza e delle accuse formulate dai pm di Torino, che hanno chiesto il processo dei vertici del club e della stessa società. Sottoscrivere i rilievi di Deloitte, suonerebbe come un’ammissione di colpa. A sua volta, il collegio sindacale ribatte alla linea del club: «Le conclusioni dei citati autorevoli pareri di cui si è dotata la società non sono condivisibili, nei limiti in cui finiscono per dare prevalenza alla forma degli accordi siglati rispetto alla loro sostanza». Dopodiché, così concludono i sindaci: «Fermo il suggerito approfondimento agli amministratori, tali rilievi consentono di esprimere un parere favorevole all’approvazione del bilancio».

 

 

Il caso-Ronaldo

Sempre dalle 29 pagine della relazione sindacale arriva la conferma dell’istanza di accesso agli atti dell’inchiesta penale presentata da Cristiano Ronaldo: «Nella quale rivendica la propria qualità di creditore della società, con ciò avvalorando gli elementi d’indagine». Così, i sindaci invitato il club a «una opportuna riflessione alla luce della rilevanza della posta in gioco, circa 20 milioni di euro». Già respinta dalla Procura («troppo generica») CR7 potrebbe riproporre l’istanza. E, chissà, consegnare copia della «carta famosa» in suo possesso, è il sospetto degli inquirenti. Come da intercettazione tra il ds Cherubini e il capo dell’ufficio legale Gabasio: «Non arriverei all’estremo (...) di fare una causa perché poi quella carta lì che loro devono tirar fuori non è che ci aiuti tanto a noi (...) nel nostro bilancio». Nella relazione al bilancio, tra i consueti avvertimenti, la Juve si dice «esposta a potenziali impatti negativi, anche significativi», per le inchieste; e al rischio «di sanzioni, esclusione o limitazione all’accesso alle competizioni» per le controversie con la Uefa.