Tre partite al Mondiale, tre gol decisivi: uno di destro, uno di sinistro, uno di testa. Cody Gakpo è tra le stelle più luminose di Qatar 2022. E i grandi club d’Europa prendono appunti. L’attaccante del Psv Eindhoven la scorsa estate è stato vicinissimo al Manchester United di un altro olandese, Erik ten Hag, a cui ha «alzato in faccia» la coppa d’Olanda grazie ad un suo gol, poi tutto è sfumato. Ci hanno provato Leeds (con un’offerta da capogiro di circa 47 milioni) e Southampton, ma alla fine Gakpo è rimasto in Eredivise. Buon per lui, che si è confermato su alti livelli e si è addirittura superato in Qatar, e soprattutto buon per il Psv, che adesso vede salire vertiginosamente il prezzo del cartellino. Un affare per tutti, considerando che dal prossimo gennaio si scatenerà una vera e propria asta.

 

Chi è Gakpo

Nato e cresciuto nel Psv, Gakpo ha fatto tutta la trafila nel club biancorosso senza mai cambiare squadra nemmeno in prestito: dalle giovanili all’Under 17, poi Under 19, prima squadra e nazionale Orange da protagonista assoluto. I numeri sono da paura, perché in questa stagione — tra tutte le competizioni — Gakpo ha collezionato 31 presenze, 18 gol e 18 assist. Un attaccante completo sia in zona gol sia in zona assist. Sempre decisivo, in un modo o nell’altro. E la trafila dai ragazzi ai grandi l’ha fatta tutta pure per quanto riguarda la Nazionale. Oggi non rientra nell’Olimpo dei fenomeni giovanissimi (come Pedri, 2002, Musiala, 2003, o Gavi, 2004): ha 23 anni — classe 1999 —, ma è nel pieno della crescita. Dalla sua ha una duttilità su cui possono contare in pochi: Gakpo, infatti, nasce ala sinistra ma può giocare anche da punta centrale, ala destra o trequartista. Insomma, i ruoli offensivi li può ricoprire tutti, e ottimamente.

 
 

 

Figlio d’arte

Che diventasse protagonista del mondo del pallone era solo questione di tempo, perché lo sport e il calcio sono sempre stati argomenti di primaria importanza in casa Gakpo: il padre è stato calciatore anche in Nazionale togolese, la madre Nazionale olandese di rugby, i due fratelli, Sidney e Ducferre, sono anche loro calciatori. Cody al Psv ci arriva a 8 anni, nel 2007, e nel 2016 conquista il primo contratto da professionista perché il club di Eindhoven (e l’Olanda tutta) capisce di avere tra le mani una stellina. Nel 2018, a 19 anni, arriva la prima presenza in prima squadra (il tecnico del Psv dell’epoca era l’ex centrocampista del Milan Van Bommel). Da lì comincia una vertiginosa scalata che oggi lo vede al Mondiale, anche grazie a… Ruud van Nistelrooy, storico attaccante ex — tra le altre — proprio del Psv, del Manchester United e del Real Madrid.

 

Il ruolo di Van Nistelrooy

Van Nistelrooy segue Gakpo da molto vicino perché tra il 2018 e il 2021 è stato allenatore dell’Under 19 del Psv, e non notare le qualità di Cody per un attaccante come Ruud è impossibile. Infatti, quando van Nistelrooy viene promosso ad allenatore della prima squadra, Gakpo esplode. Il segreto? Non solo uno: mentalità, professionalità, disciplina. E intelligenza, perché Cody Gakpo è sempre stato un «secchione» anche lontano dal calcio. Mai un problema con un allenatore, mai uno screzio, mai una parola sopra le righe. Tutto (anche) grazie a letture impegnative: il suo libro preferito è «Think and grow rich» —«Pensa e arricchisci te stesso» —, scritto nel 1937 dal saggista statunitense Napoleon Hill. Ha pensato, Gakpo, si è arricchito, è cresciuto e adesso è diventato grande. A tutti gli effetti, un grande del Mondiale 2022.