Spagna, Portogallo e… Ucraina. Uno strano trio, che rappresenta una vera e propria «partnership» tra Paesi in vista del Mondiale di calcio 2030. Il programma, che verrà ufficializzato domani con una proposta formale presso il quartier generale dell’Uefa, prevede che l’Ucraina si unisca a Spagna e Portogallo nella spartizione dei gironi del Mondiale in questione: uno si giocherebbe in terra iberica, uno in casa di CR7, l’altro — appunto — da Malinosvkyi (sempre che nel 2030 sia ancora nel giro della Nazionale) e compagni. L’intento della proposta è nobile, ovvero mandare un messaggio di speranza in questi tempi difficili: il calcio può riportare la pace. La speranza, dell’Ucraina, del mondo, e, in questo caso, di Uefa e Fifa, è che nel giro di otto anni il conflitto portato avanti dalla Russia sia concluso: in questo senso, però, non è ancora chiaro quanta sicurezza andrebbe impiegata se la candidatura dell’Ucraina venisse confermata.


 

Un assist è però già arrivato proprio dalla Uefa, soprattutto dopo le polemiche per il prossimo Mondiale in Qatar: l’idea dell’organo diretto da Aleksander Ceferin è di disputare le competizioni mondiale in programma tra otto anni esclusivamente in territorio europeo, considerando Qatar 2022 e, in più, che nel 2026 il Mondiale si disputerà tra Usa, Canada e Messico. Resta l’incognita di un’ipotetica offerta congiunta di Grecia, Egitto e Arabia Saudita (che vorrebbe dire giocare il Mondiale ancora in inverno, oltre che in parte fuori dall’Europa). Da Gianni Infantino, presidente Fifa, non sono ancora arrivate risposte, ma una cosa è certa: tutte le proposte saranno ascoltate e valutate con attenzione.