ROMA - Tutti in campo, perché non ci si ferma davvero più. La Roma è tornata ad allenarsi dopo qualche giorno di riposo, che alcuni giocatori hanno utilizzato per curarsi dagli infortuni pregressi o per recuperare la forma migliore. Da sabato, con la trasferta a San Siro, parte il ciclo di partite più denso di sempre: dal primo ottobre al 13 novembre, cioè un mese e mezzo esatto, le squadre impegnate nelle coppe europee giocheranno 12 partite, una ogni quattro giorni. Ma per la Roma le verifiche sono toste ed immediate: prima l’Inter arrabbiata e delusa, poi il Betis che comanda il girone di Europa League.

Uno-due

Sono due appuntamenti importanti, anche se non decisivi. Soprattutto quello del giovedì, con l’Olimpico di nuovo pieno, è una sorta di spareggio per il primo posto: e se Mourinho scivola ancora, dopo aver pattinato a vuoto in Bulgaria con il Ludogorets, rischia di dire addio alla qualificazione diretta. Per raggiungere gli ottavi del torneo, a febbraio, deve intanto guadagnarsi il secondo posto, che tornerebbe in discussione in caso di sconfitta. E poi, eventualmente, superare il playoff contro una delle terze che retrocedono dalla Champions League. Non proprio una passeggiata, insomma.

Prima loro

Ma l’ordine cronologico, anche per fissare mentalmente gli obiettivi, è fondamentale. E allora sotto con l’Inter, intanto. «Che a livello emozionale non so come gestirò» ha raccontato lo scorso anno Mourinho, accolto come un papa al ritorno a casa. Stavolta la Roma spera in un altro risultato però: nella prima stagione Special, l’Inter l’ha battuta tre volte piuttosto nettamente tra campionato e Coppa Italia.

Qua e là

Dopo la doppia salita, il calendario prevede un breve scollinamento in campionato, con Lecce in casa e Sampdoria a Marassi. Ma in mezzo c’è il secondo round contro il Betis, stavolta a Siviglia, dove la Roma di Mourinho perse un’amichevole nell’estate 2021 finita in rissa. Poi ancora, strettoie a go go: Napoli e derby con l’intermezzo della trasferta di Verona che capita di lunedì dopo il lungo viaggio in Finlandia, a Helsinki. È bene trattenere il fiato, prima del finale leggermente più gradevole: Sassuolo fuori, di mercoledì, e il gran finale di domenica pomeriggio alle 15 (unico caso) il 13 novembre contro il Torino all’Olimpico. Sarà il termine di questo strano campionato di apertura, quasi modellato sul sistema argentino, dal quale la Roma conta di uscire rafforzata nelle ambizioni da Champions e magari con il biglietto europeo per gli ottavi in tasca.


 

Entusiasmo

I tifosi intanto continuano a riempire lo stadio, nel giardino più amato e anche lontano da casa. Saranno in quattromila sabato sera a San Siro ad accompagnare la squadra, sistemati nella curva che si chiama Sud anche a Milano. L’Olimpico sarà poi esaurito contro il Lecce e si prepara al pienone per il Betis: sono già stati venduti oltre 55.000 biglietti, abbonati inclusi, quindi il traguardo è vicino. Si potrà sforare di nuovo quota 60.000 perché da Siviglia dovrebbero arrivare 2.000 tifosi spagnoli. Per il Napoli e la Lazio, beh, non serve nemmeno spiegare: se ci fossero più posti disponibili, andrebbero esauriti pure quelli.