I miracoli non sono mai gratis. La Salernitana centra la salvezza nel giorno più nero, calcisticamente parlando, della sua stagione: perde 4-0 all’Arechi contro la tranquilla Udinese ma il Cagliari, due punti dietro, non riesce a battere il Venezia e lo accompagna in serie B, con tutti i rimpianti del mondo.

Quello che è successo domenica appartiene a un universo parallelo, perché la squadra umiliata passa dalla disperazione alla gioia più sfrenata in un amen. Le probabilità di salvezza indicate scaramanticamente al 7% dal diesse Sabatini passano quasi a zero per poi diventare cento per cento, è ancora serie A.

 
 

 


L’impresa porta il nome di Davide Nicola, quarto capolavoro dopo CrotoneGenoa e Torino, del pubblico dell’Arechi che ha confezionato una scenografia imponente, di Walter Sabatini mai allineato e sempre sul pezzo, di Danilo Iervolino che il 13 gennaio ha firmato l’assegno di 10 milioni per l’acquisto di una società data per fallita e rinata con acquisti mirati e una panchina finalmente assennata.

Non arriva all’impresa Alessandro Agostini, chiamato dal presidente Tommaso Giulini a tre giornate dalla fine, troppo tardi per raddrizzare la situazione grottesca del Cagliari, passato da Semplici e Mazzarri: la miseria di dieci punti nel girone d’andata, con una squadra costruita non per la salvezza ma per un sogno proibito d’Europa, poi l’impennata del ritorno con 4 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta e di nuovo le tenebre fino al pareggio del Penzo che vale una sconfitta definitiva.


 

Sui due campi della salvezza domenica sembrava che le maglie e le motivazioni siano ribaltate: le tranquille Udinese e Venezia dominano, ringhiano su ogni pallone e accumulano occasioni. Non pervenute Salernitana e Cagliari, quelle che devono fare i punti per non sparire dalla serie A. L’Udinese di Deulofeu non ha pietà e segna quattro volte, ma possono essere otto, mentre il Venezia si barrica togliendo fiato e speranza ai sardi: lo 0-0 è lacrime e serie B.